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Rise With Heart, Pero, 22 settembre 2018

Oggi arriviamo prima delle 14 per poter dare una mano. La maggior parte del lavoro è già stata fatta, il ring montato, i tappeti sono ben piazzati a terra e rimangono da sistemare le sedie, le luci, il telone d’ingresso e altre piccole cose. Le presenze eccellenti stasera sono tantissime e la card è a dir poco lussureggiante! Abbiamo il piacere di incontrare e abbracciare per la prima volta di persona il super arbitro Filippo Malvezzi, che oggi è qui non per indossare la maglia a strisce, ma in giacca e cravatta ad interpretare il ruolo di manager.

Nella foto, in alto: Si in contrano per la prima volta di persona Filippo Malvezzi ed Erika Corvo
Nella foto, in alto: si incontrano per la prima volta di persona Filippo Malvezzi ed Erika Corvo

Un ruolo in più, giusto per sperimentare una cosa nuova all’interno del contesto di un evento e aumentare il livello delle proprie competenze. E chi non smette mai di voler imparare qualcosa gode sempre di tutta la nostra stima. Possiamo ammirare e toccare le cinture di campione Rising Sun, nuove di pacca. Sono enormi. Talmente grandi che ci torna alla memoria lo scudo degli antichi Spartani, che ai loro tempi veniva usato anche come barella o feretro, a seconda che il proprietario fosse ferito o morto. (È passata alla storia la frase: “Con questo o sopra di questo”, perché lo scudo non si mollava nemmeno dopo morti.) Ma perché sono così grandi? Ci spiegano che le dimensioni un tantino eccessive sono dovute al fatto che queste cinture sono state tagliate basandosi sulle dimensioni di quelle vinte da Batista, che è un colosso. Quindi, tranne qualche rara eccezione, per gli atleti italiani saranno sicuramente oversize. Magari finiranno alla vita di Akira o AB Knight, che sono i più mingherlini sulla piazza, e per allacciarle faranno il giro della vita due volte.
Wow, ma quanti bei nomi stanno arrivando, un po’ alla volta! Mirko Mori, Nick Lenders, Flavio Augusto della Roman Dynasty, Aleandro Capone, Red Scorpion e Leon, Kobra, Akira, Maverick Mayhew e Conor Mills, Mišo Mijatovič e Doblone, Cesana e Zerini, gli Headhunters e Horus, Mannajo e TG, senza dimenticare anche un paio di fanciulle ecellenti: Jokey e Holidead, la bellissima Insanity e tanti altri ancora.
Diamo una mano anche noi ad ogni operazione dove sia necessario, dallo stendere i teloni sulle gradinate al portare le sedie e posizionarle. Ci diamo da fare attivamente perfino a costruire una tavola col filo spinato sopra: anche se siamo donne, questi lavori li sappiamo fare meglio dei ragazzi. Và che non è facile maneggiare il filo spinato, tagliarlo e fissarlo alla tavola senza farsi male!
Maverick e Mills sono tra i primi a salire sul ring a scaldarsi, e pian piano il quadrato si riempie fino a sembrare piazza Duomo nell’ora di punta.

nella foto, in alto: Raffaello e Giulia del Fan Culo Club
Nella foto, in alto: Raffaello e Giulia del Fan Culo Club

Sono le diciotto e anche il pubblico inizia ad affluire in sala. Anche tra gli spettatori ci sono gli aficionados, e arrivano le “pietre miliari”, quelli che non mancano mai: il buon Tulelli che arriva da Roma ogni volta, Raffaello e Giulia del Fan Culo Club. C’è Carlino Forchini, reduce dai suoi primi match “seri”. Tutto il clan McKee, e poi gli ospiti d’onore: i ragazzi della AIPD Bergamo Onlus, affetti da sindrome di down, cui verrà devoluto l’incasso della serata.
Una volta tanto si sa dove andranno a finire i soldi donati , in quanto i beneficiari sono già lì. Anche in questo, il nostro buon Tornaghi è stato ineccepibile! E stavolta, abbiamo fatto il botto! Sappiate che i 200 spettatori li abbiamo ampiamente passati. Non vi daremo le cifre esatte perché la beneficienza si fa e non si ostenta, non ci si vanta e non la si sbandiera, ma sappiate che in palestra ci sono 180 sedie disponibili, che sono state tutte occupate da spettatori paganti, e che gli spettacoli erano due. Non solo! Oltre al biglietto, qualcuno ha voluto donare un contributo extra e, che contando anche quello, la cifra donata all’associazione è stata veramente oltre le aspettative.
Iniziamo? Dai che si comincia!

Nella foto, in alto: Mary Cooper contro Hardcore Cassi
Nella foto, in alto: Mary Cooper contro Hardcore Cassi

Primo bijoux della serata: Mary Cooper vs Hardcore Cassi. In WWE, in America, che dicono sia terra di pari opportunità, uomini e donne non combattono tra loro (tranne rare eccezioni che confermano la regola). In Italia qualcuno ha deciso che anche qui le opportunità ci sono, e se i due avversari sono bravi e preparati, che siano pari o dispari non ci interessa: va bene lo stesso. E la nostra Mary, che ha avuto Kobra come maestro, è perfettamente in grado di cimentarsi con qualunque maschio del panorama disponibile. Il match inizia con Cassi che sbeffeggia la sua avversaria, e questa replica a suon di ceffoni. Dopo aver subìto parecchio, Mary reagisce con una bella jawbreaker che coglie di sorpresa Cassi e lo atterra con una schoolboy. Lui le appioppa una russian legsweep e ricomincia non solo a menarla ma cerca anche di umiliarla simulando roba erotica, strillando che è quello che una donna dovrebbe fare. Lei non chiacchiera, passa ai fatti e mette a segno una sunset flip pin. Subisce una cutter e mentre è a terra Cassi tenta una frogsplash ma lei si sposta e lui va a vuoto mentre il pubblico scandisce “Sce-mooo, sce-moo”. Inutile dire per chi facciano il tifo. Mary acchiappa Cassi, lo choppa e lo bischoppa (chop tirata a due mani), e possiamo garantire che picchia duro come un fabbro con un maglio tra le mani. Appioppa al suo sprezzante avversario prima una bulldog e poi gli restituisce la legsweep di prima. Lui le rende la cutter, poi, che bello, ecco che da sotto il ring tira fuori una sedia! Pensavamo che i posti a sedere fossero tutti esauriti, invece vedi che almeno una sedia è avanzata? L’arbitro Malalana gliela sequestra appena in tempo, prima che Cassi la sfasci sulla zucca di Mary, ma quando si gira per levarla dal ring, Cassi colpisce Mary con la valigetta del Money in the Bank, e allora non ce n’è più per nessuno. One, two, three, e din din din, your winner is Hardcore Cassi.

Nella foto, in alto: The Greatest vs Akira
Nella foto, in alto: The Greatest vs Akira

Secondo match: The Greatest vs Akira, laddove Akira si gioca la carriera in Rising Sun: nel caso vincesse, si guadagnerebbe un match titolato. Nel caso perdesse, non sarebbe più chiamato in questa promotion. Bene, i due iniziano a studiarsi e tentano entrambi qualcosa. TG ci mette l’esperienza, Akira l’agilità e i calci volanti si sprecano. Mette a segno un bel vertical suplex, TG risponde con una suplex city e con una snap powerslam, Akira risponde con la sua meteora flying kneedrop. TG prosegue con una serie di ecochop e una sitting powerbomb di livello atomica di Hiroshima. Un fisherman suplex lo mette a segno, ma il lionsault no e ne paga le conseguenze beccandosi un calcione in pieno muso così bello che il naso dev’essergli uscito dall’altro lato della zucca. Visto il risultato positivo, Akira prosegue a suon di calcioni. TG gli tira una “bounce chop” (ovvero “chop con rimbalzo” nel senso che cadi a terra così bene che rimbalzi su). Akira si vendica con un superkick e scaraventa TG fuori ring, poi prende la rincorsa probabilmente per un dive, ma arriva zitto zitto Kobra che lo acchiappa per le caviglie, lo disintegra in cinque secondi netti e se ne va come se non fosse mai esistito. TG non ha visto niente, torna su bello bello, fresco fresco, e non trova nessuna resistenza nel terminare il match con una stupenda full trottle. Akira quindi non combatterà più in Rising Sun? No. Fatta la legge, trovato l’inganno, si dice in Italia. Infatti Kobra si impadronisce del microfono e annuncia che farà un match con Akira, ma non sancito. Ovvero, sulla card non c’è, però c’è lo stesso e oltretutto sarà il main event. Vedi come si fa in fretta? Ma che, scherziamo, che non vediamo più Akira? Facciamo la rivoluzione!

Nella foto, in alto: gli Headhunters
Nella foto, in alto: gli Headhunters

Dai, andiamo avanti! Adesso arriva Horus l’Assoluto in squadra con Trucker e Jason Cain contro la Headhunters Army. Aprono le danze Horus ed Entertrainer bischoppandosi a vicenda, poi Horus mette a segno un suplex e lascia il ring a Cain, che è un cristone grande e grosso con lunghi capelli chiari. Snapmare, calcione, e questi lascia il posto a Trucker, calvo e con la barba folta come si usa adesso. Questi due fanno da contorno a Horus come il puré di patate  ad una fiorentina al sangue. Non c’è paragone: la pietanza è lui. Horus contro Entertrainer? Sono capaci magari anche di fare assolutamente una cippa, ma sembra la terza guerra mondiale lo stesso. Figurati poi se fanno qualcosa! Se poi decidono di dare spettacolo… e vabbè, allora ditelo!

Nella foto, in alto: Horus l'Assoluto
Nella foto, in alto: Horus l’Assoluto

Stupendi! Hanno una grinta, una credibilità, una presenza scenica, una teatralità senza confronti. E noi li amiamo per questo, sperando di vederli un giorno a Hollywood nella parte dei cattivi in qualche film della Marvel. Ritorna Cain e insieme al compagno di team tentano lo sfrittellamento di Entertrainer con una double elbow. A questo punto i tre Headhunters invadono la scena e fanno un macello. Botte da orbi per tutti, in particolare per Trucker che si becca prima una enziguiri da Entertrainer, una corkscrew senton da Matt Disaster e uno spring elbowdrop in pieno stomaco da Kronos. Poi tocca a Cain che si ciuccia una cutter da Disaster e una triple cutting head in combo, per l’appunto con tutti e tre gli Headhunters, e la faccenda si chiude. One, two, three, din din din, here are your winners!

Matt Disaster non ci sta affatto male insieme agli Headhunters. Certo, non ha il carisma di Entertrainer o la stazza di Kronos, ma è ancora giovanissimo e da questi due può imparare molto. Vedremo cosa combinerà in seguito!

Nella foto, in alto: Paxxo
Nella foto, in alto: Paxxo

E adesso salgono sul ring Paxxo contro Nico Narciso, due bei figlioli alti e snelli, capaci e preparati. Il match è valido per la riassegnazione del God Of Sun Title, da poco detenuto da Trevis, e avrebbe dovuto essere un triple threat match. Solo che ad ogni evento c’è sempre qualcuno che manca, che non può venire, che pacca o che altro. Qua sappiamo che i motivi delle assenze sono più che seri, ma sta di fatto che si deve lavorare con chi c’è. Paxxo si dimostra più deciso ed aggressivo iniziando a malmenare il povero Narciso, che tra un armdrag e un vertical suplex ci fa sapere di essere comunque bellissimo. Dopo questa importantissima comunicazione è lui a propinare un suplex con delay, una backbreaker tremenda, e se non bastasse, anche una diving tornado DDT a Paxxo. Bodyslam, elbowdrop… Paxxo subisce e basta. Poi si ricorda di essere Paxxo ma mica Scemo, e allora passa all’attacco con una small package, una bella serie di lariat in confezione regalo, una chokeslam e una running back senton. Narciso riparte con una wheelbarrow bulldog e una enziguiri da paura, ma Paxxo chiude il match a sorpresa con una butterfly implant DDT  Narciso è bello, Paxxo, è bravo. Non si può avere tutto, dalla vita.

Nella foto, in alto: alcuni dei ragazzi down della AIPD
Nella foto, in alto: alcuni dei ragazzi down della AIPD

Piccola parentesi dopo il break. Siparietto con i ragazzi affetti da sindrome di Down della AIPD, ovvero Associazione Italiana Persone Down. Ovvio che uno di loro si guadagni la cintura di campione 24/7, alla faccia di tutti gli atleti presenti stasera. In effetti, quelli che combattono sul serio ogni minuto della loro vita, che devono guadagnarsi con fatica ogni piccolo traguardo, sono proprio questi ragazzi. E se qualcuno volesse fare qualche donazione extra o rimanere aggiornato riguardo alle loro attività, li potete trovare a questo link su Facebook: https://www.facebook.com/pg/aipdbgonlus/about/?ref=page_internal

Nella foto, in alto: Red Scorpio vs VP Dozer vs Leon
Nella foto, in alto: Red Scorpio vs VP Dozer vs Leon

OK, andiamo avanti? Siete caldi? E allora adesso arrivano Red Scorpion vs VP Dozer vs Leon. Una Beast Battle. Il match inizia con Dozer e Leon che si coalizzano contro Scorpion. Scorpion non ci sta e secca tutti e due con un doppio dropkick. Li butta fuori ring e gli si lancia sopra con un suicide dive. Non contento fa sbatter loro le zucche l’una contro l’altra alla Bud Spencer. Leon ha due spalle ma sembrano cinque o sei da tanto che sono enormi. VP Dozer indossa un attire stranissimo che lo fa sembrare nudo coi mutandoni.

Nella foto, in alto: lo strano attire di VP Dozer che lo fa sembrare nudo
Nella foto, in alto: lo strano attire di VP Dozer che lo fa sembrare nudo coi mutandoni

Vicino a questi due bestioni, Scorpion sembra quasi piccolo. Non è che facciano tante mosse: questi menano e basta! Ceffoni, spallate, spintoni, tutto fa brodo e tutto fa spettacolo. Mentre Dozer ha in braccio Leon e sta per buttarlo via, Scorpion interviene con un bellissimo dropkick e li spedisce tutti e due al tappeto. Un attimo più tardi li stende nuovamente con un crossbody dalla terza corda. Parentesi comica: dopo una serie di sberloni a tutti come se non ci fosse un domani, Dozer chiude all’angolo Leon con una avalanche, ma accusa la stanchezza e cade a terra a gambe larghe. Leon gli casca sopra, giusto giusto con la zucca contro i gioielli di famiglia. Si rimette in ginocchio, Scorpion lo sorprende con un calcio da dietro, e Dozer si trova nella posizione giusta per stramazzare a sua volta con la testa sugli attributi di Leon. È sempre bello sapere che anche questi colossi hanno il senso dell’humor e riescono a far ridere il pubblico. E adesso, Gran Finale! Red Scorpion parte con una senton su Dozer ma va via troppo lungo per far danno: niente pin vincente. Allora ci prova Leon a chiudere con una frog splash, ma ancora nulla di fatto. Red si rialza e prova a caricare una mossa ma Leon lo precede, lo stende e prova a sua volta a mettere a segno qualcosa. Senonché perde troppo tempo: Dozer se lo carica in spalla e lo spantega con una rolling samoan crush. Scorpion stende Leon con un vertical suplex e alla fine è lui a portarsi a casa il match chiudendo Dozer con una small package. Già, portarsi a casa il match… che se ne fa, a casa? Combattono anche lì?

Nella foto, in alto: Pasquale O'Malamente
Nella foto, in alto: Pasquale O’Malamente

Altro giro, altro regalo, venghino signori venghino che qui sempre si vince! Sapete chi arriva sul ring, adesso? Una bella truppa: AB Knight e Pasquale O’Malamente contro Aleandro Capone e Insanity, contro Larry Demon e Fabio Romano. Romano non l’avevamo mai visto prima, e se non l’abbiamo visto è perché si allena all’estero, per la precisione in Inghilterra. Il match inizia proprio con lui che, abbracciato fraternamente da Pasquale, si ritrova derubato dell’orologio dal nostro adorabile mariuolo nostrano. Ovvio che siano proprio loro due a iniziare a prendersi a botte e suonarsele di santa ragione. Romano abbandona il ring quando si trova davanti anche AB Knight. Al suo posto entra Capone, che non perde tempo a ribaltare AB con un enziguiri. Cambio. Entrano Insanity contrapposta a Larry Demon. Se dapprima Insanity ne prende tante, si rivale subito con una bronco buster. Farà anche male, ma siamo convinti che tutti i nostri atleti maschietti farebbero la fila per subirla. I due finiscono fuori ring, e Romano ne approfitta per un sucide dive. Finendo in una zona buia ci accorgiamo che indossa delle scarpe con le lucine nella suola come le terrificanti scarpe della Barbie che andavano di moda tanti anni fa tra le bambine. Scarpe a parte, sembra di giocare ai birilli: appena tutti e tre si rialzano arriva il sucide dive di Capone e, subito dopo, altro stike da parte di AB con una sumersault senton plancha, e tutti giù per terra come nel girotondo.

E poi… poi non lo saprete mai perché sono finite le batterie nella macchina fotografica con cui stavamo filmando il match. Dai, ridete! Ecceccavolo, non è che tutto funzioni sempre alla perfezione, e nonostante usiamo le famose pile che durano tantissimo, anche quelle prima o dopo finiscono. Solo che finiscono sempre quando meno te lo aspetti. E poi, ora che apri lo sportellino, togli le pile vecchie e metti quelle nuove, il match è finito. Motivo in più per schiodare le chiappe dalla sedia e decidervi a venite a vedere di persona. Nel caso riuscissimo ad ottenere il video completo del match vi faremo sapere come sia finito.

Nella foto, in alto: Jokey vs Holidead
Nella foto, in alto: Jokey vs Holidead

Bene! Ora che le pile ci sono, ci gustiamo l’ultimo match del pomeriggio: women international match: Jokey vs Holidead! Inizia Jokey facendo tenere in mano a Holidead un palloncino, ma quando questa lo avvicina al viso, Jokey ci tira sopra un pugno e la atterra per poi iniziare a saccagnarla di sventole. La butta via come fosse spazzatura con un bel vertical suplex, la spalma a terra con un crossbody dalla terza corda e se ancora non bastasse, e vai con una head scissor! Il massacro continua e la povera Holidead subisce ora una drop toe hold e una senton. Holidead scende dal ring e Jokey ci riprova con un crossbody, ma l’altra la acchiappa al volo e la sbatte sul paletto. La posiziona sull’apron mezza dentro e mezza fuori e le tira un legdrop da spezzarla in due, e che è solo il primo di una serie di tre. Per la serie “facciamo un bel giochino” la incastra a testa in giù sul paletto e cerca di smontarla come un mobile dell’Ikea tirandola, sbattendola e combinandogliene di ogni. Jokey non si smonta (in tutti i sensi) e ritrova la sua grinta, ma Holidead non molla e le propina una pendulum e una abdominal stretch. Incazzate come bisce, dopo un double down si menano senza ritegno in un fighting spirit. Dopo una bellissima diving hurricanrana di Jokey il pubblico va in delirio perché queste due sono belle, brave e menano sul serio. All’arrivo di una variante della kryptonite crunch, stabiliamo che piuttosto che Holidead, questa dovrebbero chiamarla “Holyshit!”, perché oltre all’abilità ci vuole anche una notevole forza. Nonostante un fisico squisitamente femminile, queste due hanno dei bicipiti da paura e tartarughe da invidia!

Nella foto, in alto: la scritta adesiva sulla valigia di Holidead. "Il wrestling professionale non è un crimine"
Nella foto, in alto: la scritta adesiva sulla valigia di Holidead. “Il wrestling professionale non è un crimine”

A proposito, sapevate che Holidead ha 32 anni, e tanti atleti maschietti a quell’età si sentono già prossimi alla pensione? Torniamo al match, che siamo alla fine: Holydead mette a segno una spinebuster tremenda, ma mentre chiunque altro sarebbe già in sedia a rotelle, Jokey non solo si rialza ma stende definitivamente Holidead con una Jokey lock, un vero pezzo di bravura! E la cintura femminile rimane in mano a lei!

Bene, anche per questa volta siamo arrivati al termine della prima parte. Non andate via che tra poco vi racconteremo quello che è successo nella seconda, che non è certo roba da poco! Dunque, stay tuned e ci vediamo sempre qui su queste pagine.

Come al solito grazie a Birrachiara per la consulenza tecnica.

                                                                                                                                                            Erika Corvo

 

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