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Rising Sun, Pero, Make Your Dreams Come True, 22 giugno 2019, Parte Prima.

Nella somma sfiga, possiamo dire che tutto sia andato bene.

Antefatto: sabato scorso, durante i consueti allenamenti, è scoppiato un temporale di quelli che ormai si chiamano “bombe d’acqua”. In mezzo al frastuono della grandine ad un volume di decibel da fine del mondo, qualcuno si è accorto che entrava acqua dai finestroni, in alto. Ci siamo precipitati a chiuderli, ma ci siamo rimasti di cacca constatando che l’acqua (vere e proprie cascate) entrasse dalle finestre chiuse, attraverso le guarnizioni evidentemente andate in malora. Grazie a Dio è durato poco, ma ci sono volute poi due ore buone a spalare via l’acqua che stava già invadendo il locale.

Fatto: per preparare tutto e allestire il locale per lo show, venerdì 21,i ragazzi sono stati lì fino alle quattro del mattino: ring, tappeti, tavoli per il catering e quelli per il merchandising e scatoloni pieni di oggetti da vendere, il frigo, il nuovo impianto luci, il titantron costruito nuovo di pacca, le casse audio, pacchi di volantini e manifesti. Praticamente era già tutto perfetto. Appena andati via, è arrivata un’altra bomba d’acqua, più lunga e più pesante di quella della settimana precedente: ore e ore di pioggia torrenziale fino al mattino. Arriviamo lì con comodo, alle quattro del pomeriggio, convinti che ormai ci fosse poca roba da sistemare ancora, e invece abbiamo trovato l’apocalisse. Roba da mettersi a piangere con le mani nei capelli: abbiamo lasciato una palestra e troviamo una piscina.

Nella foto, in alto: L'intera palestra già allestita era diventata una piscina con l'acqua che arrivava alle caviglie
Nella foto, in alto: L’intera palestra già allestita era diventata una piscina con l’acqua che arrivava alle caviglie.

The Greatest e Horus, a piedi scalzi con l’acqua che gli arriva alle caviglie (ossia dieci centimetri buoni), con una dignità da premio Oscar, sono lì che bofonchiano appena, dandoci dentro di brutto a spalare via l’acqua. Un’impresa pazzesca! Sembra stiano svuotando il mare a cucchiaiate, e il locale resta comunque assolutamente inagibile. Tutto a mollo, impianto elettrico a puttane, rotoli e rotoli di moquette già stesa ormai da buttare, impossibili da asciugare.
Nella sfiga totale, la recente diaspora avvenuta in FCW ha fatto in modo che, appena qualche isolato più in là ci sia la palestra della neonata MWF, la quale dispone di un altro ring. Nonostante malumori e dissapori, avviene il miracolo: si collabora. A tempo di record (e credeteci quando affermiamo che si sia trattato di un’impresa a dir poco titanica), si decide di trasferire l’evento, armi e bagagli, e tutto il cucuzzaro. Tutti insieme si monta il ring: locali e ospiti, jobbers e superstar, italiani e stranieri. Tappeti, sedie, impianto audio, catering e tutto il resto. Tutti si danno da fare: il polo MWF al completo, i ragazzi ICW con Corleone, Manero, Riot, Lenders, Paxxo, e poi ancora Red Scorpion, Mori, Callaghan, Malalana, Ashley Dunn, e il clan Tornaghi al completo che fa per mille. Ci sono tutti gli spettatori da avvisare tramite cellulare che l’evento si svolgerà altrove, un centinaio abbondante di sedie da andare a recuperare dall’altra parte e portare di qua, e infine si deve mandare qualcuno a comperare oggetti indispensabili. E con tutto questo (rendetevi conto dell’immane sforzo collettivo compiuto), lo show avrà soltanto mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia. Mezz’ora. Un banco di prova tremendo per i ragazzi del wrestling italiano superato in modo superbo.

Nella foto, in alto: a presentare la serata sarà Horus, vestito a festa per l'occasione
Nella foto, in alto: a presentare la serata sarà Horus, vestito a festa per l’occasione

Alzatevi in piedi e applaudite.

Nella foto, in alto: biscotti con lo stemma della Rising Sun
Nella foto, in alto: biscotti con lo stemma della Rising Sun

E ancora una volta, nel colmo della sfiga, è andata bene anche che la bomba d’acqua sia avvenuta durante la notte, a locali vuoti. Pensate a quello che sarebbe potuto succedere se invece fosse avvenuta proprio nel bel mezzo dello show: pensate al panico che si sarebbe scatenato, al fuggi fuggi di mamme e bambini, al pericolo estremo dei cavi elettrici a terra con la gente che ci avrebbe inciampato dentro a rischio folgorazione, al non sapere che fare né dove andare e mettersi in salvo dall’acqua che saliva, in pieno stile Titanic. Sì, ammettiamolo: nella sfiga, è andato tutto bene.
Piccole cose: Il presentatore stasera sarà Horus, bellissimo in una giacca bianca con risvolti neri. Un vero figurino. La mamma del nostro piccolo fan Mattia, Marzia, ci ha portato dei biscotti fatti in casa, straordinariamente buoni. Quelli nel pacco per Fabio portano la scritta artigianale Rising Sun e hanno un sole arancione disegnato. Quelli per noi sono buoni e basta.
Passiamo al lottato? Eh, sì, sarebbe ora!

Nella foto, in alto: Mike Verna contro Red Scorpion
Nella foto, in alto: Mike Verna contro Red Scorpion.

Primo match: Red Scorpion contro Mike Verna. Verna è un simpatico ragazzo nato in America da genitori napoletani. Conosce e parla tutto sommato bene la nostra lingua anche se preferisce l’inglese, ha ventisette anni anche se ne dimostra qualcuno in più e dice che viene spesso a combattere qui in Italia. Gli chiediamo come mai per praticare wrestling in America si debba per forza sembrare l’Omino Michelin e diventare più larghi che alti… da loro è così, risponde Chi c’è, sul ring?. Sono due colossi, quindi di acrobazie e di agilità ce ne sono poche. Il più agile è l’arbitro: quasi quasi tifiamo per lui. (Non abbiamo mai fatto mistero che questi Big Jim non ci siano mai piaciuti, e non ce ne vogliano, in quanto sono solo gusti personali) Il match inizia con una lunga parentesi di chain, poi si entra nel vivo con una head scissor di Verna. Scorpion mette a segno tre dropkick e un moonsault. Verna va via di scoop powerslam e un suplex rimbalzato sulle corde di tre lati del ring. Scorpion continua con i dropkick e si lancia in un crossbody. Verna risponde con una hurricanrana ed un lionsault a vuoto. Per non essere da meno, anche Scorpion vuole fare il suo crossbody, e finisce qui. Boh. E basta? Tutto qui?

Nella foto, in alto:
Nella foto, in alto: Party hard contro Annihilation Time contro HCW New Generation.

Oh, oh! La faccenda si scalda e si cambia genere! Un bel tag team match a tre squadre con regole della Lucha Libre: non sarà necessario dare il touch per buttarsi nella mischia. Chi c’è, sul ring? I New Gen, ovvero Justin Wilde e Tihanyl Peter, due ragazzi ungheresi alti, snelli e longilinei ma ben fisicati. Gli Annihilation Time, cioè Aleandro Capone e Sabbath, un inglese. Infine ci sono i nostri Party Hard Inc, che sono Riot e Jesse Jones. Si inizia con un superkick che manda i nostri Riot e Jones fuori ring. Mentre questi fanno i pagliacci al piano di sotto, sul ring i New Gen sfoggiano mosse in simultanea degne dei campionati di nuoto sincro. Vanno giù gli Annihilation e risalgono i Party. Questi ne combinano di ogni e fanno piazza pulita in pochi secondi, ma mentre tentano un volo vengono sgambettati dagli Annihilation che tornano su. Gli piazzano un suplex in contemporanea e li buttano di sotto scendendo poi a loro volta. Già che sono tutti lì, botte da orbi per tutti, che è giusto ed è bello che non manchino mai. Sabbath si lancia in una senton plancha su tutti gli altri cinque. Risalgono in ordine sparso e cercano di annientarsi così, come viene, viene. Jones fa un bellissimo enziguiri, poi gli ungheresi fanno marmellata di Capone con una bella combo. Una Caponata, insomma. Gli Annihilation, subito dopo acchiappano un ungherese e gli appioppano una facebuster eseguita in coppia. Riot arriva su Capone con una spear tremenda, Jones trasforma Sabbath in una decalcomania sul paletto con una corner running double knee strike, Riot termina l’opera con una cannonball e infine la faccenda si chiude con una magic killer eseguita in coppia. Riot e Jones: una coppia che il destino ha unito con successo.

Nelle foto, in alto: Corleone vs AB Knight vs Matt Disaster
Nella foto, in alto: Alessandro Corleone vs AB Knight vs Matt Disaster.

Oh, che bello! Terzo match, tre protagonisti in un triple threat match: Alessandro Corleone contro Matt Disaster contro AB Knight. Iniziamo con Corleone che bodyslamma Disaster e Knight completa l’opera buttandolo di sotto come una volta si buttava la pattumiera in un pertugio che dal balcone portava alla cantina. AB e Corleone si fronteggiano a muso duro. Porca vacca, sapete che  il più alto dei due è AB?  Pensavamo il contrario! In compenso AB è il più leggero, così quando si lancia in un crossbody, il Capo Mafia lo intercetta al volo e, quando mette a segno un dropkick gli fa il solletico. Un intervento inaspettato di Matt fa finire anche Corleone di sotto mentre l’altro risale. Torna su subito, ma solo per essere malmenato in stereofonia, e allora pensa bene di defilarsi per un po’. Intanto gli altri due proseguono le ostilità per conto loro. AB piazza un dropkick, una hurricanrana e una cutter. Corleone torna su come un salmone che risalga la corrente a primavera. Bodyslamma Disaster e tenta il pin con una legdrop, ma niente da fare, è ancora presto. Ci riprova con un suplex con delay di tre mesi, e al cadere delle foglie in autunno lascia cadere anche Matt. Torna AB che gli rifila una headscissor, tenta un casadora ma il Padrino gliela reversa in una bulldog che rimane l’impronta della faccia incavata sul ring. Disaster schiaccia un pisolino in un angolo, intanto Corleone insiste con il suplex e relativo delay. Disaster nel frattempo si risveglia e si lancia in un legdrop che interrompe il tentativo di pin. Ora i tre si confrontano in un simultaneo fighting spirit finché AB prevale sugli altri a suon di lariat e di dropkick. Sistema gli avversari agli angoli opposti del ring e li schianta zompando qua e là con degli avalanche d’impeto, trovando poi il modo di spantegarli entrambi in un colpo solo. Dato che il cielo è sgombro ed è un bel giorno per volare, zompa su Corleone con un lionsault. Poi Disaster se ne viene fuori con una diving cutter su AB. Corleone interrompe i suoi sogni di gloria e vittoria con un german suplex e lancia via il povero Disaster con il Bacio della Morte, la sua finisher, con una disinvoltura da paura. Siccome non ne ha avute abbastanza, ecco anche una chokeslam stratosferica,  se una non basta  facciamone due, e a questo punto Disaster cede, lasciando l’incontro e la gloria al Padrino.

Nella foto, in alto: Brixia Bones Breakers contro Vaughn Vertigo e Brent Banks
Nella foto, in alto: Brixia Bones Breakers contro Vaughn Vertigo e Brent Banks.

Quarto match. Un tag team match tra due ospiti stranieri e una stable italiana cazzuta: Brent Banks & Vaughn Vertigo contro i Brixia Bone Breakers. Iniziano i due canadesi, agili e velocissimi. Pare una scuola di cucina: come fare polpette del tuo avversario in due lezioni. Vertigo se la prende con Mori e gli zompa sopra con un moonsault, ma appena entra anche Lenders è lui a prenderle di santa ragione e a diventare una polpettina. Mori pare tarantolato da tanto che si agita e zompetta di qua e di là. Lenders tenta lo schienamento con un vertical suplex ma è ancora presto, sono tutti freschi e pimpanti e Banks non fa fatica a salvare il compagno. Vertigo sorprende Lenders tirandolo giù con una Edge-o-matic e tiene testa ad entrambi gli avversari reversando una mossa con un doppio facebreaker. Poi entra Banks e fa un genocidio in meno di un minuto. Fossero stati anche in trentasette, li avrebbe uccisi tutti. Anche i loro parenti rimasti a casa. Torna Vertigo e appioppa una spanish fly a Mori, che poi le prende anche da Banks, che poi viene steso da un volo di Lenders che poi si becca un enziguiri da Vertigo e un superkick da Banks che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Vertigo vola e atterra con un lionsault sulla schiena di Lenders facendolo diventare una riga di mezzeria dipinta sull’asfalto. Ora però è il turno di Banks di venire trasformato in Simmenthal. Vertigo sembra soffra di carenze affettive perché non fa altro che lanciarsi tra le braccia dei due avversari. Ovviamente, questi, invece di coccolarlo lo spalmano sul canvass e lo schienano. La sua entry potrebbe essere “all you need is love”. Ma che abbia vinto o perso, che abbia carenze affettive o meno, gli vogliamo bene lo stesso e vogliamo rivederlo al più presto. Come direbbe lo chef Alessandro Borghese: “Ci piace!”

Nelle foto, in alto: Andy Manero contro Shigehiro Irie
Nella foto, in alto: Andy Manero contro Shigehiro Irie

Quinto match: Andy Manero contro Shigehiro Irie. Anche se La Casta – la stable di cui fa parte in ICW – ci sta altamente sulle scatole, Manero è – e rimane – in vetta alla nostra top ten, e vederlo in azione è sempre uno spettacolo. Shigehiro, a vederlo sul ring è una macchina da guerra. Appena scende, è un giapponesino poco più che trentenne, paciarotto come un bignè, il quale più che per combattere, ha colto l’occasione di questo viaggio in Italia per strafucarsi di gelati artigianali, che al suo paese dice non siano buoni come i nostri. Dottor Jekyll e mr Hide, come il cinquanta per cento dei wrestlers, che sfogano sul ring il loro lato oscuro. Torniamo al match, dai! Manero parte con una hurricanrana, Shigehiro replica con una running bulldog e subito dopo con una rope-aided splash. Manero piazza una deliziosa fliyng shoulder, Shigehiro si vendica con un  vertical suplex ma va poi a vuoto con una senton. Manero allora ne approfitta per una Maneroplex, ma poco dopo si busca una violentissima black hole slam e mentre è ancora steso gli arriva anche una frog splash. Dopo un intermezzo di fighting spirit che non guasta mai, il nostro ballerino tenta qualcosa ma viene intercettato da una spear che sembra un missile patriot durante la Guerra del Golfo. Vendetta, tremenda vendetta! Una cutter a sorpresa è cosa buona e giusta, ma Irie è mica scemo e lo acchiappa con una coquina clutch che ci riempie di malinconia pensando a Samoa Joe che ne faceva un capolavoro. Andy torna alla carica con una determinazione portentosa mentre il pubblico scandisce a gran voce: “This is awesome”. Shigehiro risponde con una cannonball. Manero frappone l’arbitro Cesana tra lui e il nipponico e ne approfitta per stordire l’avversario con una enziguiri prima e la sua Staying Alive subito dopo, ma il pin vincente ancora non viene. Irie lo stende con una lariat. La Stella del Sabato Sera si salva con un piede sulle corde e se la prima Staying Alive non ha sortito effetto, la seconda è quella che conta. Conta anche l’arbitro: one, two, three, din din din, here is your winner! Conta che è stato un gran bel match.

E la prima parte dello show termina qui. Che dite, ci rivediamo a brevissimo per la seconda parte? Allora restate nei paraggi, che facciamo subito!

Come al solito, grazie al Dottor Birrachiara per la consulenza tecnica.

                                                                                                                                                     Erika Corvo

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