Ripartiamo con lo show serale? Ma certo! Allacciatevi le cinture e preparate i popcorn che si comincia!
Primo match: i Rebel Souls, ovvero Kronos, Matt Disaster e Steve McKee contro il team Diamond, cioè Andres Diamond, Pasquale O’Malamente e Mary Cooper.
Iniziano Diamond e McKee. Quest’ultimo viene intercettato al volo mentre tenta un crossbody e si becca due vertical suplex. Il primo è con delay, anzi, coooon deeelaaay, che è così lento che bisogna dirlo a rallentatore, e il secondo è cndly, così veloce che le vocali sono rimaste indietro. Andres dà il tag a Pasquale, che si posiziona carponi dietro Steve in modo da farlo cadere allorché Andres lo spaventa sul tipo “Bù!”
Dev’essere la serata delle offerte speciali, perché sono due anche le atomic drop che si becca il povero Steve. Il dropkick è uno solo ma così bello che fa per due. E adesso arriva Mary. McKee si cava la maglia e gliela tira, sprezzante, dicendole di andare a lavargliela. Lei non si scompone più di tanto e gliela rende pari pari con uno sganascione in omaggio, un atterramento gratis e un hiptoss in regalo. Bellissimo il giochetto di chain per reversare una presa di Steve e trasformarla in sideslam! Grande, Mary! Ah, sì? E allora arriva Kronos, e vediamo come te la cavi. Eh, beh, le fa “pling” e la disintegra. Stazza dieci volte lei, porella! Qualcuno dello staff la rimette insieme e se la porta nelle retrovie.
Ci riprova Pasquale che non è certo piccolo, ma accanto al Monumento Nazionale sembra un puffo accanto a Gargamella, e quante che ne piglia da tutti! Mentre le sta prendendo da Matt Disaster, si stufa e i due si scontrano a mezz’aria con un double crossbody. Steve approfitta della distrazione dell’arbitro per farsi credere l’uomo legale e bodyslamma Pasquale con disinvoltura. Kronos gli dà il cambio e si accanisce contro il Puffo. Mentre si ferma un attimo, perplesso, a guardare una scarpa di Pasquale che gli è rimasta in mano, Diamond riceve il tag, entra di slancio e atterra Sua Enormità con un lariat da decapitazione. Ne tenta di ogni ma, senza l’effetto sorpresa, non è facile buttarlo giù di nuovo. Gli riesce con un enziguiri, ma subito dopo è il titano a ribaltarlo con una chokeslam. Si schiaffeggiano senza pietà e a questo punto scoppia la rissa generale: tutti dentro e botte da orbi in abbondanza. Rientra anche Mary, che batte il record di Gesù Cristo: lui ci mise tre giorni, a risorgere. A lei sono bastati dieci minuti. Botte da orbi più di prima, e dopo la resurrezione, ecco la caduta dell’Impero Romano: Diamond si carica sulle spalle Kronos e, anche se crolla sotto il suo peso, riesce comunque a buttarlo di sotto. Risale e si becca una senton e uno splash dal paletto. McKee interviene per impedire il conto finale e Diamond si vendica infliggendogli una figure four appeso a mezz’aria e una TKO. Quando Steve si rialza, barcollando, Mary lo centra con una potente spear ma, mentre rivolge la sua attenzione su Disaster, McKee la sorprende alle spalle, le tira una cutter e din din din, porca vacca, l’ha schienata e tradimento!
Secondo match: Dylan Rose contro Andy Manero.
Inizia le ostilità Andy con una headlock takedown e due spallate che mandano Dylan al tappeto. Dylan gli tira un dropkick incredibilmente alto. Andy glielo rende poco dopo, ancora più alto, poi lo vediamo lanciarsi in un suicide dive non appena il giovane Dylan si trova di sotto in posizione favorevole al volo. Quando risale, Manero rincara la dose con un bell’elbow drop e conclude l’azione con una spallata bassa mentre l’altro è ancora seduto. Dylan tenta una reazione ma viene fermato nuovamente con una spinning belly to back suplex. Non gli viene tanto bene, ma una head scissor fa comunque volare il Ballerino del Sabato Sera. Adesso è il turno di Dylan di diventare un hamburger ad opera di una lariat bella gustosa, con cipolle e salsa tartara. La cipolla non va giù a Dylan, e allora si vendica con una ropewalk tornado DDT più gustosa che mai. L’arbitro Malalana sembra la pubblicità dell’antinfluenzale e conta per farli rialzare, entrambi stecchiti e rintronati. Porelli, chissà che stanchezza! Ma dove lo pigliano, tutto il fiato che serve? Eccoli che si rialzano e ammazzano i reciproci virus prendendosi a ceffoni. Manero vola dal paletto in un bel crossbody, Dylan riprende l’iniziativa con una neckbreaker. Riecco Manero all’attacco con una perfectplex, e a questo punto, meraviglia delle meraviglie, la Styles clash. E anche se Dylan non cede, chissenefrega, abbiamo visto una delle mosse più belle al mondo eseguita da due atleti fantastici. Pubblico in delirio, urla e applausi a scena aperta, e ciliegina sulla torta: Dylan tramortisce il suo avversario con una enziguiri e lo schiena con una ropewalk shiranui. Che bel match, ragazzi!
Madonna, ci sembra così strano commentare questo match ora che sappiamo sia stato uno degli ultimi di Manero. Rispettiamo la sua volontà di ritirarsi a vita privata, ma il senso di perdita è fortissimo, pari a quando si è ritirato Nemesi. Uno dei ragazzi presente allo show di Costa di Mezzate, all’annuncio del suo ritiro, ci ha testimoniato che piangevano tutti. Intenerisce sapere che omoni grandi, grossi e nerboruti si siano sciolti in lacrime come bambini. Piangevamo anche noi, quando abbiamo ricevuto la triste notizia. E allora? Che ci sarà mai da vergognarsi? Andy è stato una pietra miliare nel wrestling italiano, e le lacrime sono il giusto tributo.
Inoltre, nel precedente articolo a lui dedicato, gli abbiamo dedicato queste parole:
“Certo, non sei mica morto: stai benissimo! Noi stiamo male.
Stai per diventare papà di due gemellini. Noi stiamo per diventare orfani.
Certo, ci vedremo ancora. Sì, sarà come vederti in pigiama e ciabatte con una tazza di camomilla in mano, invece che in attire, fiero e aggressivo. Come dietro a un vetro, come vedere un carcerato in parlatorio, dietro le sbarre.
Come Harry Potter senza la bacchetta. Come Superman incatenato alla Kriptonite.
Dici che non è per sempre… Abbiamo abbastanza primavere e abbastanza vissuto per sapere che invece lo è.
Guarderemo il ring come si guarda l’orizzonte dopo che il sole è tramontato. Dovremo cavarcela con la fioca luce della luna e delle stelle.
Forse domani sorgerà un nuovo sole. Forse.
Grazie di averci illuminato, Andy. Buona vita.
Erika.”
Torniamo al lottato. Terzo incontro della serata: un triple threat match. AB Knight contro Hari Singh contro Lupo.
E’ proprio il quadrupede a dare il via alle danze dopo pochi secondi facendo ribaltare Hari e spatasciando AB. Checcavolo, inizia bene! Acchiappa tutti e due (“che braccia lunghe, che hai!” “Per spatasciarti meglio!”) ed esegue un back to belly suplex. Incredibile! No, dai, ma che forza deve avere, questo qua, per alzarne due contemporaneamente? Ma cosa mangia, a colazione? Uranio? Hari non perde tempo a vendicarsi con una enziguiri, AB gli vola sopra con un crossbody dal paletto, poi entrambi gli assestano un superkick in combo e Lupo vola giù. Rimasti soli (come siamo romantiche, eh? Hari e AB soli sul ring! Due cuori e tre corde), AB piazza una head scissor ma Hari ricade in piedi come non fosse successo niente. AB gli porge la mano da stingere ma non sembra una bella idea: Singh ne approfitta per tirargli una ginocchiata sotto il mento e una perfectplex bella bella. Meraviglioso: Lupo torna su AB per un altro back to belly, ma i due hanno fatto i conti senza l’oste: al di là delle corde c’è Hari che scavalca entrambi con un sunset flip, e mentre Lupo fa volare AB con una german suplex, l’indiano gli propina una Victory roll e lo schianta. Poco dopo, Singh rincara la dose con una yoshi tonic sempre su Lupo. Madò che bello spettaolo! AB approfitta della momentanea distrazione di Hari per tirargli un bel superkick, ma il bello è che Hari va giù, però stramazza da solo anche AB senza che nessuno l’abbia toccato, e resta giù per 24 secondi. Che abbiano bookato anche l’Uomo Invisibile? Vabbé. Ora si mettono in cerchio a fare un po’ di fighting spirit e si pigliano a zuccate in stile pastori sardi. Lupo va giù, AB va giù, e Hari vola oltre la terza corda con un bel pescado. Il festival delle meraviglie prosegue: AB torna su ma rimane in orizzontale. Hari ne approfitta per una spettacolare spiral tap, ed era proprio tanto ma tanto ma tanto che non ne vedevamo una! Bravissimo, Singh! Lupo torna su anche lui, acchiappa Hari e lo schianta con una Powerbomb. Il Lupo è lui ma chi ulula (di gioia) è tutto il pubblico, perché tutta questa roba tutta insieme non è mica facile vederla. Butta giù anche AB con una thrust spinebuster e, din din din, anche questa è andata. Madonna, che match!
Quindici minuti di pausa, foto, panini, sigaretta (ma non fumate, che è meglio), commenti, di corsa in bagno e tutti qua di nuovo che si ricomincia con il fior fiore degli incontri, er mejo der mejo!
Quarto incontro: l’apoteosi! More Than Hype contro Party Hard Inc, valido per la cintura di Tag Team. E qui vengono giù tutte le madonne dal cielo a vedere anche loro, dato che qua si viaggia sul divino. Tre contro tre: Darren Kearney, Nathan Martin ed LJ Cleary contro Jesse Jones, Trevis Montana e Riot. Cosa vuoi, di più dalla vita? No, nemmeno un Lucano gli sta alla pari. Iniziano LJ e Jesse Jones. Questi ondeggia con movimenti pelvici che i tre irlandesi scimmiottano immediatamente: fanno finta di fare l’hula hop e vengono presi da attacchi di lombaggine. LJ tende la mano a Jones per stringergliela, e mentre questi esita si forma una catena di gente che si tiene per mano fino a fuori ring: Jesse tiene la mano a Trevis, che la tiene a Riot, che la tiene a Dotti che la tiene a Gianni Morandi (in cartone, ovviamente, ma come mascotte del trio è sempre presente.) Appena LJ afferra la mano di Jones parte un’onda che coinvolge tutti questi personaggi, e il pubblico inizia a sganasciarsi dalle risate e a scandire “holy shit” a gran voce. Jones si scontra a spallate dapprima con Darren, poi con Nathan, accusando il colpo in modo teatrale fingendo che i due siano fatti come minimo in granito. Quando arriva LJ, invece di scontrarsi gli afferra un braccio. E ovviamente, anche gli irlandesi si prendono per mano e anche loro si esibiscono nell’onda, tra le risate irrefrenabili del pubblico. Quando l’onda torna indietro e termina con due dita negli occhi di Jones, l’ilarità raddoppia. Jones viene preso di mira da LJ e Nathan, e sembra di stare nei cartoni animati di Wile Coyote: gli passano sopra tutti quanti, sempre di più e sempre peggio, fino a spalmarlo bene bene sul canvass. No, è impossibile fare un report preciso perché questi sono velocissimi: per raccontarvi dieci secondi ci vogliono due pagine di dettagli inerenti a varie azioni combinate!
Però ci proveremo lo stesso perché ne vale la pena. Cambio. Partono Trevis e Nathan con una international. Il dropkick di Trevis è spettacolare: l’evazione che raggiunge è roba da olimpiadi del salto in alto o anche del salto con l’asta senza l’asta, e vi mettiamo le foto perché sono da annali del “best of the year”. E adesso sono in quatto, sul ring: Nathan e Darren contro Trevis e Jones. I due irlandesi vengono scaraventati al piano inferiore e Jones ci zompa sopra senza tanti complimenti. Trevis prende la rincorsa e lo raggiunge subito in volo planare. Ci prova anche Riot ma viene intercettato a metà strada da Darren con un superkick che sembra un missile patriot. Lo manda di sotto a raggiungere tutti gli altri, poi ci zompa sopra anche lui con un moonsault dalla terza corda eseguito con un’agilità e una precisione incredibili. Dove l’avete mai visto uno che arriva correndo, salta, arriva sulla terza corda a piedi uniti, ci si ferma sopra in perfetto equilibrio, e rimane lì due secondi prima di volare in sumersault suicide senton? Tutto il pubblico è in piedi a urlare “holy shit” battendo ritmicamente le mani sull’apron. Evidentemente non siamo solo noi ad essere innamorate del comedy e dell’atletica uniti ai massimi livelli. Il risultato è spettacolo puro, il livello è inarrivabile.
Adesso si mettono in tre a suonare Jesse Jones, e Nathan gli si fionda su con una senton. Mentre LJ lo tiene in posizione, Nathan gli tira una headbutt nelle parti intime e Jesse diventa Jessica. Riot, smanioso di correre in suo aiuto, se ne sta appeso alle corde verso l’interno del ring come un velista in regata, solo che il mare non c’è. Lj e Darren si beccano un enziguiri a testa e Nathan un sideslam, dopodiché Jessica riesce finalmente a farsi dare il cambio da Riot. Eccolo che entra tutto bello spavaldo, e riesce a fare in modo che Darren e Nathan si picchino tra loro per sbaglio. Poi li acchiappa, uno di qua e l’altro di là: reverse ddt sul primo avversario che ha afferrato, uranage slam sul secondo, e li spiaccica insieme. E adesso arriva anche Trevis, che con un monkeyflip serve a Riot da rampa di lancio per una cannonball fuori dall’ordinario su Nathan. Jones viene atterrato da un superkick di LJ che a sua volta viene steso da una spinning side slam. Ora tocca però a Riot essere messo fuori gioco da una enziguiri di Nathan, che a sua volta subisce una hiptoss e una deep six da Trevis. A questo punto arriva una deliziosa combo in cui, con una monkeyflip, LJ “passa” a Darren il povero Jesse che viene sbatacchiato con una powerbomb. appena si rialza viene atterrato di nuovo e sommerso da tutti e tre i More Than Hype. Trevis evita il pin lanciandosi sul mucchio dalla terza corda in una adorabile frogsplash. Le urla “This is awesome” si sprecano! Ci devono essere i saldi di tifo ed urla, perché è un quarto d’ora che non sentiamo altro! Ragazzi, che match!
E adesso, tutti a fare un po’ di fighting spirit, in ginocchio davanti ai propri avversari, mentre probabilmente, visto che è presente anche lui, Gianni Morandi canta “In Ginocchio da Te”. Riot e Trevis vengono messi giù a calci. Jones si becca un triple superkick, mentre LJ, detto “Er Pecora”, viene lanciato in aria dai compagni per ricadere con una jawbreaker stratosferica su Jones. Favola, favola, favola! Ai nostri nipotini, un giorno, racconteremo: “C’era un tempo in cui le pecore volavano e sul ring facevano cose meravigliose”. Ma incredibilmente, il pin vincente non salta fuori. Macello generale: Riot atterra LJ e Darren con una double spear mentre Jesse si carica sulle spalle Nathan e lo spatascia giù con una green bay plunge. Riot completa l’opera con una tombstone piledriver, aiutato da Trevis che si lancia dalla terza corda dal paletto opposto. Din din din. Hanno vinto i Party Hard? No, ha vinto il wrestling, ha vinto il pubblico, hanno vinto lo spettacolo e la gioia pura che questi ragazzi hanno saputo darci. I Party si tengono la cintura, noi ci teniamo la soddisfazione di poter dire: “Ceravamo anche noi”.
Penultimo match della serata: Alessandro Corleone contro David Starr, valido per la cintura God of Sun. Inizia Corleone con un bodyslam, Starr risponde con una figure four. Corleone replica con un vertical suplex che poco dopo gli viene reso con gli interessi, con aggiunta di dropkick e german suplex. Corleone bodyslamma di prepotenza. Starr risponde con un flying forearm, ma si becca tre superkick in pieno viso in rapida successione. Il Padrino tenta la F5 ma gli viene reversata abilmente in una Last Shot. Il minimo che possa fare è rispondere con una lariat da ribaltamento a trecentosessanta gradi. Scendono di sotto e si menano un po’ qua e un po’ là mentre l’arbitro Malalana conta il tempo di permanenza fuori ring. Starr risale e si lancia sul Mafioso con un bellissimo pescado, ma poco dopo Corleone chiude la faccenda con una chokeslam.
Al termine del match, a David Starr viene consegnata una targa premio come miglior wrestler dell’anno. Bellino, lui: è proprio felice! Si inchina e manda baci a tutti, sorride, si vede che per lui è stata davvero una bella sorpresa. Bene, tornerà a trovarci volentieri, allora!
E adesso? Ultimo match, una cosa atipica: un deathmatch tra Mirko Mori e Nick Lenders. Il buon Tornaghi passa dei bei minuti al microfono per avvisare tutti che la faccenda non sarà per niente all’acqua di rose, e che se c’è qualcuno in sala cui non piace la vista del sangue o volesse evitare che i bambini vedano un match davvero violento, sarà meglio che si allontanino per tempo. D’accordo che in qualsiasi telegiornale o programma tv ormai si vede molto di peggio, ma il fatto è che non si muove una mosca.
A noi questo genere di match non piace, proprio non va giù, ma tutti i gusti son gusti. Non è che qua siamo donnicciole che si schifano alla vista del sangue, ma dopo aver divorziato in modo davvero pesante non una sola volta ma due, queste cose servono solo a risvegliare brutti ricordi. Piuttosto che “deathmatch” lo chiameremmo “divorzio match”. Anche noi ci sfasciavamo in testa qualunque cosa ci capitasse tra le mani, ma vi assicuriamo che non c’era proprio niente di divertente o di sportivo. Quando arrivavano i carabinieri a dividerci non ci applaudivano e nessuno di noi due vinceva una cintura. C’era solo tanta amarezza per dieci anni di vita buttati nel cesso. Quindi perdonateci se non condividiamo nessun entusiasmo per questo incontro.
E vabbè, andiamo avanti.
Si parte con Lenders che tira sediate a Mirko e Mirko che tira sediate a Lenders. Quasi subito, Mori si prende una pausa per fare una capatina dai soccorritori che sono presenti in sala, dato che si dà già per scontato che alla fine ci sia bisogno di loro. Bisbigliano e parlottano tra loro, poi Mori si rialza e torna a combattere, rovesciando in testa al Goleador un bidone dell’immondizia e andando avanti a sediate. La sola cosa positiva che notiamo è che l’illuminazione è magnifica e permette di vedere tutto quello che succede, altrimenti vi avremmo potuto soltanto dire chi avesse vinto, alla fine.
Mirko sale nella zona delle tribune e si lancia su Lenders da una buona altezza. È la prima volta che lo vediamo fare da un italiano, anche perché non c’erano strutture che lo permettessero. Iniziamo con le armi pesanti: una tavoletta in legno cosparsa di puntine da disegno che Mori riceve dapprima sulla pelata e che poi sfascia sulla schiena di Nick. Il nostro calciatore viene suplexato sulla sedia aperta, dopodiché si becca una grandinata di cinghiate elargite con una cintura che Mori ha recuperato da qualcuno tra il pubblico. Ora si danno da fare con una sparagraffette a pinzarsi vicendevolmente dei fogli sul torace. Lenders si rivolge al pubblico col gesto di chi chiede una sigaretta. Se la fa accendere e, dopo un paio di tiri trova il modo di cacciarla in bocca a Mirko. Arriva sul ring un’altra sedia quasi nuova e Landers ci si trova seduto sopra. Nel mentre, Mori arriva con una confezione di spiedini in legno. Li infilza nel cuoio capelluto del goleador e poi lo schianta sulla sedia mentre ancora le “antenne” gli spuntano dalla testa. Mori si becca una german suplex e una lariat, poi volano chop da ambo le parti. Mirko scende dabbasso e Lenders gli zompa addosso andando a finire sulle sedie tra il pubblico che si scansa alla velocità della luce per non rischiare di diventare frittelle. Risalendo, Lenders si becca un vertical suplex e un lionsault. Si vendica subito dopo spalmando Mori sul canvass come fosse diventato Nutella e una canadian destroyer che manda il barbuto avvdersario con la schiena sulle puntine sparse sul ring. Ecco Nick che dopo aver frugato sotto il ring, arriva con una lunga scala a libretto. La posiziona in orizzontale tra una seggiola e uno dei paletti. Scende di nuovo e torna su con uno skateboard tra le mani e lo tira sulla schiena di Mirko, Questi però riesce a fare coricare Lenders sulla scala, sale sulla terza corda e gli zompa sopra usandolo come pista da skate. È sempre lui a tornare a frugare sotto il ring e tornare su con dei tubi al neon legati tra loro con lo scothc. Li posiziona bene bene all’incrocio delle corde e inizia la contesa a suon di cazzotti con l’avversario per chi dei due ci finirà contro. Nel frattempo il pubblico viene fatto spostare per non rischiare di ritrovarseli tutti a fettine. Che Lenders si becchi una powerbomb non interessa a nessuno. Interessa molto, invece, che sia Mori a finire sui neon, e con questo gran finale, Lenders si aggiudica il match. Mori, però, si defila di corsa dai soccorritori perché la cosa è andata un tantino oltre le aspettative e ha bisogno di una abbondante ricucita. Il pubblico viene fatto defluire da un’entrata secondaria mentre medici e paramedici si affannano a rimettere insieme a punto a croce e ricami vari il povero Mirko.
E qui ha termine la serata. Solo il giorno successivo veniamo a sapere che Mori si è beccato in tutto 27 punti di sutura: 18 sulla ferita più grande, quattro e cinque sulle altre due minori. Magari sarà per questo che gli hanno dedicato un intero centro medico? Oh, la foto è assolutamente vera, solo che il Mirko citato è solo un omonimo del nostro wrestler. Per la precisione, è un ciclista che ha fatto molte opere di beneficienza. Controllate pure su internet.
Mah, se sta bene a loro…
Noi vi salutiamo e, coronavirus permettendo, ci diamo appuntamento per il prossimo show, sempre a Pero, sempre al palazzetto di via Papa Giovanni, sempreché non si riesca a trovare un passaggio per Bergamo e dintorni. Che brutto, non avere la macchina!
Ringraziamo sempre e più che mai quel povero martire del Dottor Birrachiara che si presta ogni volta a darci una mano con la consulenza tecnica anche quando ci addormentiamo sulla tastiera e non diamo più notizie, per poi magari risvegliarci completamente stordite alle tre del mattino e chiedergli qualsiasi cosa. Apprezziamo molto la pazienza e la sopportazione, davvero!
Infatti anche stanotte abbiamo tirato le tre.
Stay tuned, alla prossima!
Erika Corvo