Nella foto, in alto: il fantastico Sanda
Nel Wu Shu moderno si annoverano diverse discipline. Una di queste è il celebre Sanda. Il combattimento sportivo a contatto pieno. Molto vicino alla Kickboxing. Questo sport da combattimento integra ai calci e ai pugni, una serie intera di tecniche di proiezione che rendono gli incontri di Sanda molto spettacolari. In poche parole, il Sanda è una versione agonistica del Kung Fu-Wu Shu. Le sue origini? Sebbene moderno, le origini del Sanda si perdono nei meandri dell’antichità, quando abili marzialisti si sfidavano su delle pedane rialzate ed applicavano le tecniche della propria scuola di Wu Shu cercando, senza regole prefissate, di mettere a tappeto l’avversario. Ai giorni nostri, si combatte su una pedana di otto per otto metri, a volte rialzate di un metro, per un massimo di tre round (da due minuti ciascuno) per incontro. Il Sanda si basa su tecniche di mano (pugni e prese), su tecniche di gamba (calci e spazzate) e tecniche di proiezione (atterramento). Gli atleti durante l’incontro devono indossare il caschetto, il paradenti, il corpetto, una conchiglia, un paio di guantoni e un paio di paratibia. Il punteggio? Durante l’incontro mira a favorire le proiezioni (tre punti), mentre ogni colpo dato alla testa riceve solo un punto (per salvaguardare l’incolumità dell’atleta): questo sistema d’assegnazione punti, assieme all’uso delle proiezioni, rende il Sanda, uno dei più sicuri e senza dubbio uno dei più scenografici sport da combattimento. Accanto a quest’arte marziale vi è il semi-Sanda, denominato anche “combattimento light-contact”, dato che i colpi vengono eseguiti senza affondo. In questo caso, le vittorie vengono assegnate sommando i punteggi. Concludendo, il Sanda, è uno sport affascinante, sicuro e straordinario. Avviciniamoci e conosciamolo…