Questa arte marziale è stata creata in Indonesia nel 1868 dal Maestro Pah Kiaji Ngabeihi. E’ un sistema di lotta utilizzato contro i colonizzatori olandesi i quali ne vietarono la pratica, stesso modus operandi dei portoghesi verso la Capoeira in Brasile. Successivamente il Silat venne perfezionato da altri maestri che lo integrarono con altri stili; infatti possiamo trovarci sia i modi di Giava che quelli di Sumatra, sembra che anche Nino Bixio ne sia rimasto affascinato durante uno dei suoi viaggi in quella parte del Mondo. Le principali forme di questa arte marziale si rifanno al mondo animale, lo stile della scimmia, lo stile della tigre, lo stile del serpente, del pipistrello, del coccodrillo, delle cavallette. Secondo questa teoria, degli animali bisogna studiare il modo di contrattaccare, le reazioni ad una aggressione; il pensiero del famoso Maestro Hardjorno Turpijn era appunto “prendi lo stesso meccanismo ed adattalo agli umani”. Un altro metodo utilizzato in questa lotta si basa sulle torsioni. Dalla pratica del Silat è derivato il Silat Defence System, che ha elaborato alcune tecniche rendendole più efficaci all’uso professionale nell’ambito degli operatori della sicurezza, particolarmente nel Benelux. La struttura del programma di S.D.S., è divisa in cinque settori: difesa personale a mano nuda contro mano nuda e a mano non nuda contro aggressori armati di oggetti contundenti, da strangolamenti, prese e situazioni con le spalle al muro, simulazione di aggressione a più persone, combattimento a terra esclusivamente con colpi e immobilizzazioni. Ogni settore è di facile apprendimento, a questo si collega il motto di un altro grande Maestro, Valerio Frederic: “Tutti i maestri cercano il cammino della verità, i loro allievi quello dell’efficacia, io ho scelto il cammino della realtà”.
Giuliano Regiroli