Nella foto, in alto: gli Zombie metropolitani
Già ne parlava Cristo, nel Vangelo di Matteo cap. 8 21.22. Un altro dei suoi discepoli gli disse: Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre. Gesù rispose: Seguimi e lascia che i morti seppelliscano i loro morti. Cosa denunciava Gesù è molto chiaro “indifferenza” di natura personale e di natura sociale. Oggi come allora l’essere umano è indifferente, lamentoso e lascia la sua vita e quella dei propri simili in balia di un sistema che faticosamente si organizza in missioni solidali e altruistiche. Mondanità è sempre più essere al passo con i tempi che ci impongono consumi sfrenati, accentramento egoistico, dimentichiamo così che facciamo parte di una famiglia ormai disintegrata da guerre piccole e grandi che siano. L’essere umano è sempre più solo e non partecipa vivamente alla vita sociale. Altra denuncia era stata fatta nel 1994 dal gruppo musicale The Cranberries col mitico pezzo Zombie. C’è anche una serie TV che parla di Zombie. L’era dei social media voleva e doveva esser un avanzamento nella comunicazione interpersonale, invece è diventata una distrazione. E’ stato coniato anche un termine per gli Zombie con il telefonino “Smombie”. Camminano, mettendo in pericolo se stessi e gli altri, rapiti dallo smartphone. Basta guardarci intorno per capire che qualcosa non va. Il passatempo è cambiato. Lo smartphone si è sostituito all’atto d’amore, allo stare insieme per condividere gioie e dolori. Speriamo nella presa di coscienza di molti per cambiare direzione. Usciamo dal nostro torpore e rimettiamoci ad amarci gli uni con gli altri
Claudio Barattucci