Prima o poi succede a tutte. A un certo punto della nostra vita ci accorgiamo che il riposo, la vacanza e i trattamenti di medicina estetica, punturine e laser, non sono più sufficienti a ridare luminosità al viso. Quando si invecchia le pelle e i tessuti molli del volto perdono il loro tono, le guance si spostano verso il basso mostrando un aspetto hollow (scavato), il mento si allunga, i solchi naso-labiali sono più profondi e si altera il contorno facciale. E’ allora il momento di sottoporsi ad un lifting, l’intervento principe per ridare freschezza al volto. Uno dei meno invasivi è quello endoscopico che viene eseguito in anestesia locale con sedazione.
«Ci sono però molte tecniche di lifting e un bravo chirurgo deve conoscerle tutte e scegliere quella più adatta alle esigenze specifiche di quel volto. Non vi è una tecnica per tutti i visi», spiega la dottoressa Fiorella Donati, chirurgo plastico e docente di chirurgia plastica endoscopica presso l’Università di Milano. «Per ciascun viso è richiesta una diagnosi e quindi una tecnica personalizzata che può estendersi anche al ringiovanimento del collo».
Un lifting soft.
Sono numerose le star che hanno ceduto al lifting e che più o meno l’hanno ammesso. Il palmares dei ritocchi spetta sempre a Cher, ma anche la supermodella Cindy Crawford ha confessato di essersi sottoposta a undici ritocchini per fermare il tempo. E persino la bella Catherine Zeta Jones, oltre ad essersi rifatta il seno, si è sottoposta, di recente, a un lifting per ridare volume al volto. «Il lifting endoscopico è una tecnica mininvasiva che trova la sua indicazione per le rughe orizzontali della fronte e soprattutto per la ptosi delle sopracciglia e l’invecchiamento del terzo medio del viso », spiega Donati. «Si esegue in anestesia locale con sedazione. L’intervento prevede due incisioni di circa 0,5-1 cm per lato praticate nel cuoio capelluto, attraverso le quali vengono inseriti gli appositi strumenti endoscopici. Con la sonda endoscopica si raggiungono gli zigomi, i muscoli e i tessuti molli. I tessuti non vengono rimossi, bensì ridistribuiti, la pelle e i muscoli vengono sollevati un centimetro più sù. Con questa tecnica si corregge l’abbassamento delle guance (per cui lo zigomo risulta più scolpito) e si solleva l’arcata sopracciliare (per cui lo sguardo diventa più aperto)». L’intervento dura circa due ore e permane un lieve gonfiore per almeno una settimana. I risultati si vedono dopo dieci giorni, ma si consolidano sempre più nel tempo. Le cicatrici sono molto sottili e in sei mesi diventano quasi invisibili. La durata del soft lifting? Almeno dieci anni. (www.fiorelladonati.it ).
Giovanna Lombardo