Servizio di Monica Melotti
Tattoomania, non solo disegni tribali, giapponesi, bracciali maori, roselline, farfalline, scritte commemorative, ora il tatuaggio diventa fluorescente, che si vede solo al buio, oppure “white ink tattoo”, eseguito con un inchiostro bianco. In pratica il disegno viene ripassato più volte diventando una sorta di marchiatura e molto spesso è più visibile questo segno che l’inchiostro stesso.
Storia del tatuaggio
Nella foto, in basso: Un tatoo orientale (Zen) per eccellenza
È una storia millenaria. In Egitto sono state trovate bambole di argilla tatuate che risalgono al 4000 a.C. Da qui, il tatuaggio simbolico si sarebbe diffuso a Creta, in Grecia, in Persia, in Arabia, in Asia, nella Cina Meridionale e in Giappone. A Roma, i legionari portavano sul braccio il nome del loro generale e la data d’ingaggio. Già nell’antichità il tattoo cominciava a essere il contrassegno degli schiavi e dei malfattori, mentre i primi cristiani, costretti alla clandestinità, lo utilizzavano come simbolo di fede e di riconoscimento. Il grande rilancio avvenne con il boom delle esplorazioni geografiche, tra il XV e il XVII secolo. Il capitano James Cook, intorno al 1775, riporta in patria la tecnica tahitiana di pungere la pelle e riempire le incisioni con pigmenti colorati e la stessa parola tatuaggio, deriva da “tatau”, cioè scrivere sul corpo.
Nella foto, in basso. un classico tatoo, la tigre
L’arte orientale
In Giappone l’arte del tatuaggio è sempre stata raffinatissima. I tatuaggi erano popolari fra le classi più povere, ma in seguito l’irezumi (il tattoo tradizionale giapponese) divenne un diktat estetico, perché il corpo non decorato veniva considerato sgradevole. Nel XVIII secolo, la moda del tatuaggio dilaga anche in Europa.
Nella foto, in basso: il tradizionale tatuaggio del marinaio
Marinai e soldati scrivono addosso i ricordi di viaggio, l’amore verso la moglie, i figli, la patria lontana. Nella seconda metà dell’Ottocento appaiono in Europa i primi tatuatori professionisti, nelle vicinanze di porti e caserme. Nel 1891 Samuel O. Reilly brevetta la prima macchina elettrica per tatuare: il 95 per cento dei militari e il 90 per cento degli arruolati in Marina negli Stati Uniti si fanno tatuare. Durante le due Guerre mondiali il tatuaggio però perde di fascino, ritorna a essere esclusiva di prigionieri, disertori, malfattori.
Dal coatto al VIP
Una volta era segno distintivo di galeotti, acrobati da circo, marinai e camionisti, ma da molti anni è diventato uno status symbol tra le celebs.
Nella foto, in basso: il corpo e i tatoo della celebre Lady Gaga
Lady Gaga è tatuata solo su metà corpo, Johnny Deep ha le esperienze della sua vita disegnata sul corpo, Rihanna si è appena fatta tatuare una cascata di stelline sulla schiena, Justin Bieber, l’idolo delle giovanissime, ha un braccio completamente ricorperto, il corpo di Amber Rose è una vera pergamena, piena di scritte e di simboli. Non sono solo le pop star o gli attori famosi che cedono al fascino del tatoo, ma anche numerosi sportivi. I calciatori David Beckham, con le braccia completamente tatuate, Zlatan Ibrahimovic, Ezequiel Lavezzi che ha oltre 40 tatuaggi sul corpo, Francesco Totti con un gladiatore romano sul braccio, Kevin Prince Boateng con un’enorme scritta sul petto e Philippe Mexes con delle stelline sul collo. Stesso discorso tra i nuotatori: il plurimedagliato Michael Phelps con i cinque cerchi olimpici sul fianco, il francese Frédérick Bousquet con le spalle ricoperte da tattoo tribali, la nostra Federica Pellegrini e la rivale nello sport e in amore, Laure Manadou che ha anche un piercing sulla lingua. I disegni tribali piacciono molto agli sportivi: Mike Tyson se ne è fatto tatuare uno in faccia, il ferrarista Kim Raikonnen sul braccio, e quasi tutti i lottatori di wrestling
Nella foto, in basso: un classico nei wrestler, i tattoo
hanno la parte alta del corpo ricoperta. Tatuaggi d’antan? Il grande statista Winston Churchill aveva un’ancora sull’avambraccio, l’avvocato Gianni Agnelli un dragone fiammeggiante sul braccio,
Nella foto, in alto: Burt Lancaster e il suo tatuaggio
Burt Lancaster in occasione dell’uscita del film “La rosa tatuata” si era fatto tatuare una rosa sul petto, Steve Mcqueen, invece, una farfalla in omaggio al movie “Papillon.