Per quelli della nostra generazione che hanno visto il movimento punk nascere e poi implodere, vedere per la prima volta Tenacious Dalla è stato un dejà vu: la reincarnazione di Sid Vicious dei Sex Pistols. Dalla, di Sid ne ha solo sentito parlare dato che è nato nell’87 mentre Sid è morto nel 79. Eppure è il suo involontario clone, e vederlo salire sul ring a dorso nudo brandendo la chitarra elettrica, è un flash. Gli piace la musica rock, disegnare con la sinistra perché è mancino. È alto e allampanato, quasi un metro e ottanta per settanta chili e nessuno lo prenderebbe per un wrestler… eppure lo è, e di quelli tosti. Lasciamo la parola a lui, ora!
Ciao,Dalla! Hai voglia di parlarci un po’ di te? È vero che hai avuto da sempre l’indole del rocchettaro pazzo?
Mi ritengo una persona semplice, ma con un pizzico di follia in più di quello che alla gente piace definire “norma”. Mi chiamo Andrea Dall’Angelo, sono nato il 6 Agosto del 1987 nella provincia di Bergamo, e ho sempre vissuto nello stesso posto, un piccolo e bellissimo paesino sperduto nelle valli bergamasche bagnato dall’omonimo lago: Endine. Sono sempre stato un ragazzino vivace per non dire di peggio… Ad esempio? Ero molto piccolo, andavo ancora all’asilo. Una volta, durante l’ora del riposo, invece di dormire tagliai i capelli ad una bambina che li aveva lunghissimi… Intendiamoci, la bambina era consenziente, ma i genitori un po’ meno… Ricordo anche che ogni tanto scappavo dall’asilo e tornavo a casa a piedi, col rischio di finire sotto una macchina. Ad un certo punto, le suore dissero a mia madre che non mi volevano più nel loro asilo, ero decisamente troppo pestifero per assumersi una simile responsabilità! Diciamo che non ero proprio un bambino facile da gestire…
Alla faccia del pestifero! Ma crescendo, sei rimasto così vivace?
No, no! Con il tempo e soprattutto con le strigliate di mia mamma ho iniziato a mettermi in carreggiata. Era su per giù il 1998, avevo undici anni, e qualcosa cambiò per sempre la mia vita: un programma che andava in onda su Italia 1, WCW Monday Nitro! Erano i primi incontri di wrestling che vedevo in assoluto, coi lottatori che sembrava volassero ed eseguivano mosse che pensavo impossibili! Eppure, nella mia mente di bambino, doveva pure essere vero se lo vedevo in tv! Restai totalmente sbalordito. Mi colpirono in special modo due lottatori: uno era Sting e l’altro Eddie Guerrero! Pensavo davvero che fosse totalmente reale! Poi c’era mia nonna ad avvalorare la tesi in quanto da giovane, in Francia, aveva assistito di persona ad un match di catch femminile ed era rimasta scioccata da quanto fosse stato violento. Bellissimo! Era deciso! Da quel momento in poi, se mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande rispondevo: “il lottatore di wrestling!”
Come si vive, in un paesino così tranquillo?
Anche se sul ring posso sembrare un pazzo scatenato (e del resto un poco lo sono) mi piace molto la tranquillità e stare all’aria aperta. Nel paese dove vivo ci sono un milione di posti dove starsene tranquilli lontani da tutti e da tutto. Hai presente i classici scenari nordici? Ecco, Endine è proprio come quelli! Con tanto di lago che ghiaccia d’inverno. Anche se mi piace viaggiare, so che non riuscirei a stare troppo lontano da questo posto…
E poi? Come sei arrivato a capire che il sogno potesse diventare realtà e che anche in Italia ci fossero scuole dove imparare questa disciplina?
Un giorno vidi un in edicola un dvd di wrestling svoltosi in Italia. Pensai “esiste il wrestling italiano?!?” Lo comprai subito, e guardandolo vidi Red Devil! Il commentatore diceva che Devil era nato, si allenava e combatteva in Italia! Rimasi di stucco! Credevo che il wrestling esistesse solo in America o al massimo in UK… E invece esisteva una federazione e delle scuole di wrestling anche qui in Italia!!! Vedendo lui fare tutti quei voli acrobatici e quelle mosse che vedevo fare solo ad atleti di oltre oceano, ebbi subito le idee molto chiare: dovevo in qualche modo trovarlo, avere informazioni, trovare questa benedetta scuola di wrestling e iscrivermi! Cercai su internet e vidi che la ICW aveva diversi poli di allenamento sparsi in Italia. Ma c’era un problema, anzi forse più di uno… Il viaggio per la palestra più vicina a casa mia durava circa un ora e mezza, e non c’erano autobus che percorrevano quella tratta. Inoltre l’abbonamento alla palestra non costava poco e io non avevo né patente né lavoro… Ma ero troppo determinato! Appena compiuti i 18 anni presi la patente, e una volta superato l’esame di maturità trovai lavoro in uno studio grafico. Da lì a poco ebbi tutto quello di cui avevo bisogno per iscrivermi al Polo di Bergamo della ICW.
Una bella tenacia davvero, aspettare tutto quel tempo con un sogno in testa! In base a quali elementi hai deciso dove iscriverti? Ha avuto più peso la distanza, la comodità, il maestro o i compagni?
Come ti dicevo, dalla mia ricerca su internet vidi che la ICW aveva due poli vicino a casa mia: uno a Brescia e un altro a Bergamo. Mi informai un po’ sugli allenatori. A Bergamo insegnava Kobra, e notai subito il suo carisma e la sua capacità di far impazzire il pubblico! Capii che per la mia forma fisica non proprio imponente, lui avrebbe potuto essere l’allenatore giusto per me… Già da allora pensavo che un buon lottatore dovesse esser dotato prima di tutto di grande carisma. Inoltre, al polo di Bergamo si allenava pure Black Jack, che avevo visto e notato in un video su internet proprio contro Red Devil, in un match stile Lucha Libre. Non avevo più dubbi riguardo a dove sarei andato ad allenarmi!
E il primo impatto, com’è stato?
Il primo impatto è stato duro, ma non mi ero fatto illusioni: sapevo lo sarebbe stato! Arrivai in ritardo per via della distanza che dovevo percorrere in auto, e per questo mi presi una serie di chop (sorta di schiaffoni tirati sul torace a mano aperta, innocui ma molto dolorosi e di grande effetto scenico, ndr.) praticamente da tutti i ragazzi presenti… Gli esercizi di riscaldamento furono molto intensi, poi Kobra passò alle basi del wrestling: capriole, bump, e così via. L’allenamento durava tre ore, e ricordo benissimo quanto fossi sfinito al termine. Mi girava la testa per via delle capriole, avevo dolori da tutte le parti per i vari bump, ma soprattutto avevo il collo e il volto paonazzo per le chop e lo stretching in generale. Pensavo fosse finita (almeno per quel giorno), e invece sentii dire: “Ma non si usa più, dare le chop di benvenuto?” E così presi ancora un paio di chop belle potenti prima di potermene andare finalmente nello spogliatoio insieme quelli che ora erano i miei nuovi compagni! Tra di loro c’erano, oltre a Kobra e Black Jack, anche Goran il barbaro, Marcio Silva, Leon, Dinamite Joe e William Galante. Questi ultimi due hanno iniziato ad allenarsi proprio nello stesso giorno in cui ho iniziato io.
Però non solo sei sopravvissuto ma, tenace come il tuo nome, sei andato avanti!
Un po’ di botte non mi hanno fermato, ero affamato di wrestling! Non perdevo mai uno stage di allenamento o uno show live. Partivo presto il sabato mattina per poi tornare a casa quasi 24 ore dopo, completamente distrutto ma contento di aver potuto far parte di uno spettacolo di wrestling, anche se solo come staffer. Man mano che passava il tempo iniziavo ad affinare le mie mosse e ad abbozzare un primo pseudo attire (costume di scena, ndr.) che pensavo potesse farmi sembrare un lottatore di wrestling. In realtà non erano altro che un paio di pantaloni neri con delle fiamme fucsia e mi piacevano un sacco! A quei tempi mi sembrava dovessero bucare lo schermo, ma ad essere sincero, adesso mi sembrano quasi ridicoli.
Il tuo primo match, te lo ricordi?
Me lo ricordo eccome. Era il 16 Agosto 2009. Si trattava di un match quattro contro quattro, il tipico match progettato proprio per far lottare le nuove leve insieme a dei lottatori veterani. Io ero nel team capitanato da Charlie Kid formato, oltre a me, da Marcio Silva e Libra. Avevamo contro il team formato da Kaio, Dj Squalo, Leon e Dinamite Joe. Già da qualche giorno prima del match ero agitatissimo, mi sembra dovessi fare chissà cosa e il giorno stesso, poi, l’emozione era talmente forte che non sono riuscito a mangiare praticamente niente. Quello che dovevo fare nel match, invece, era semplicissimo. Dovevo fare quelle 4 mosse che sapevo fare correttamente e prendere tutta la serie di botte che deve prendere un atleta salito per la prima volta su di un ring di fronte al pubblico. Una volta finito il match, una scarica di adrenalina mi pervase il corpo! Non riuscivo a tenere i piedi per terra dalla gioia! Eravamo in Valle D’Aosta e il viaggio di ritorno verso casa era piuttosto lungo. Non smisi per un secondo di parlare di ogni fase del match e di tutte le reazioni del pubblico per ogni mia mossa o espressione! Non ricordo di preciso chi fossero, in auto con me, ma penso fossero Kobra, Dinamite e Marcio. Piccolo aneddoto: eravamo arrivati a Bergamo che erano quasi le 6 del mattino. Salito sulla mia macchina (una Smart piuttosto sgangherata), mi resi conto che non partiva… I miei compagni si erano già allontanati verso le loro case, ed ero rimasto solo. Ma quella sera, chi mi fermava più? Ero diventato un wrestler professionista o almeno avevo intrapreso la strada per diventarlo, e i segni sul mio corpo ne erano una prova! Lì nel parcheggio c’era solo un gruppetto di ragazzi di colore dall’aspetto poco rassicurante Così presi il coraggio a due mani, andai verso di loro (non sono razzista, ma un gruppo di ragazzi scuri dall’aria losca, in un parcheggio sperduto alle 6 del mattino, un po’ di preoccupazioni te le da…) e chiesi se gentilmente mi potessero dare una spinta… Buoni buoni me la diedero, e me ne tornai a casa soddisfatto. Mi sentivo parte di un grande mondo: mi sentivo parte del mondo del pro wrestling!
E il primo mach “importante”?
Prima ti ho parlato del primo match che era un 4 contro 4. Dopo mesi ne feci uno dello stesso genere 3 contro 3, semplice e senza troppi spot da eseguire. Un Venerdì, poi, mi chiamò Kobra nella pausa pranzo, e mi disse: “ci sei domani sera allo show?” “Certo”, risposi. E lui: “Buono, allora visto che Corvo si è infortunato, propongo te per lottare contro Devil nel match per il titolo dei pesi leggeri”. Io risposi che non c’era problema. Ovviamente appena riattaccato il telefono mi tornò quello stato di eccitazione misto ad ansia che non mi fece mangiare quasi nulla fino al giorno dopo. Il giorno del match ero tesissimo: questa volta mi aspettava un match singolo! E soprattutto contro uno dei miei idoli, Red Devil! Più le ore passavano è più l’ansia saliva. Erano quasi le otto e Devil non era ancora arrivato nel palazzetto. Lo show iniziava alle nove e ormai il tempo per provare qualche spot non ci sarebbe stato… Quando alla fine arrivò, mi vide visibilmente terrorizzato e con il suo modo di fare simpatico ma allo stesso tempo deciso mi disse: ” vai tranquillo ci inventiamo qualcosa al momento, tu seguimi e vedrai che tutto andrà bene”. Il match filo liscio nonostante la mia agitazione. Una volta nel backstage mi fece notare i vari errori che avevo commesso nel match, ma aggiunse che tutto sommato era andato bene. Ero davvero contento: avevo fatto il mio primo match singolo! Per di più, non solo era stato contro uno dei miei idoli, ma anche con il titolo dei pesi leggeri in palio. Praticamente mi sentivo sul tetto del mondo.
So che poi la tua carriera ha subìto uno stop: cos’è successo?
Purtroppo si…. Praticamente poco dopo il match svolto contro Red Devil persi il lavoro ed ebbi anche dei problemi di famiglia che mi tolsero il tempo per continuare gli allenamenti e pagarmi la palestra… Forse da fuori non può sembrare, ma per praticare uno sport come il wrestling ci si deve allenare costantemente. Le mosse che si eseguono sono molto pericolose, e un errore dovuto alla carenza di fiato o alla semplice distrazione può provocare infortuni gravi, sia a sé stessi che al proprio avversario. Trovai un altro lavoro, ma con orari incompatibili con gli show e gli allenamenti.
Durante questo periodo, come tutti i comuni mortali hai lavorato per vivere. Che lavoro fai?
Sono un grafico pubblicitario. Sin da piccolo avevo la passione per il disegno, mi piacevano tantissimo i cartoni animati e i fumetti di ogni genere, passione che coltivo tuttora. Volevo disegnare fumetti e passavo le giornate a disegnare ogni cosa mi passasse per la mente. Finite le scuole medie decisi allora di intraprendere degli studi che mi potessero portare a specializzarmi in quel settore. Ne uscii con un diploma di grafico. Ora non disegno fumetti, ma faccio un lavoro molto creativo. Passo dal disegnare brochure a progettare espositori e ad allestire stand fieristici in giro per il mondo. Mi reputo davvero fortunato perché in un periodo buio per i giovani di tutta Italia, io ho un lavoro che amo fare e in cui possa esprimere me stesso.
Interessante! Alla fine hai realizzato tutto quello che volevi! Ma come e quando hai deciso di ricominciare col wrestling? Cosa era cambiato nel frattempo, nella scuola, nei ragazzi, e cosa era cambiato in te, nel fisico e nello spirito?
Sono piuttosto testardo e, come avrai potuto capire, se mi metto in testa una cosa cerco di ottenerla a tutti i costi. Ho un tatuaggio che raffigura la dea della fortuna (versione pin up anni 50) con una frase che dice “Follow your dreams”. Fare il wrestler era il sogno che avevo da quando ero un bambino, era IL sogno. Non potevo abbandonarlo. Non dopo aver assaporato le sensazioni che ti sa dare un ring di wrestling. È questo, quello che ogni lottatore di wrestling desidera intensamente. L’emozione del pubblico, le grida di gioia, o di odio… insomma, tutte quelle sensazioni che solo questo sport spettacolo sa dare. Tornai ad allenarmi con nuove idee per una gimmik più accattivante e che a mio parere avrebbe saputo focalizzare di più l’attenzione su di me. Ero tornato nella grande famiglia della ICW.
E il tuo personaggio attuale, da dove è saltato fuori?
Gli amici mi hanno sempre chiamato Dalla come abbreviativo del mio cognome. Anche in ICW per tutti i ragazzi ero Dalla e, inevitabilmente, anche il mio primo ringname è stato Dalla. Ma ora che era passato del tempo e vedevo le cose in modo diverso, pensavo che ci volesse qualcos’altro, quel qualcosa in più che facesse presa sul pubblico, o che almeno non suonasse come un consiglio sconcio. Amo tantissimo la musica Metal e il rock’n’roll in genere. Non ascolto altro. Pensai che in ICW mancasse la figura del rockettaro e che io avrei potuto interpretarla bene, essendo praticamente un invasato del genere. Così è nato Tenacious Dalla! Insomma la versione Tenace di Dalla…
Ma in quanti te l’hanno detto che sei diventato il clone di Sid Vicious, e che ai suoi tempi si usasse il Tenax per tenere i capelli sparati in aria? Ti sei ispirato a lui volutamente o è andata così e in seguito ti hanno fatto notare la somiglianza?
In realtà me lo dicevano anche prima… È stata un po’ una coincidenza, altri dicono che assomiglio più a Matthew Bellamy, il cantante dei Muse, ma sinceramente non vedo grandi somiglianze.
Nemmeno io, a dire il vero! Quindi sei un amante assoluto del rock anche nella vita di tutti i giorni. Hai un genere che ti piace di più o una band che preferisci in modo particolare?
Mi piace il rock’n’roll un po’ in tutte le sue forme, ma se proprio devo citare un genere che preferisco, sicuramente ti parlerei del power metal! Non a caso la chuck phrase di Tenacious Dalla è: “Nel nome del Power!”. Ho cercato di dare al mio personaggio la stessa forza che infonde il power metal, quindi non fateci troppo caso se delle volte me ne esco con delle grida in falsetto…. Tra le band che ascolto di più puoi trovare gli Helloween, gli Avantasia, Ronnie James Dio e tanti altri nomi, talmente tanti che ci si potrebbe fare un’intervista a parte. Ma tra tutti, i Manowar sono sicuramente la band che preferisco in assoluto! I loro testi inneggianti battaglie sanguinarie e eroi armati d’onore e coraggio mi sanno dare la giusta carica per affrontare ogni sfida. Anche nella vita.
I tuoi colleghi vengono mai a vederti durante gli show?
Certo, nell’azienda dove lavoro, tutti sanno che sono un lottatore di wrestling e quando ci sono degli show in zona non mancano di venire a supportarmi. Addirittura ci sono colleghi che seguono tutte le story line e che poi la mattina mi informano se un mio avversario ha fatto un promo contro di me. Insomma per i colleghi io sono il Tenacious.
Cosa ti dà più emozione, in questo sport?
Non è facile descrivere quello che si prova in un match, quando il presentatore annuncia il tuo nome, entri in mezzo alle luci con la musica a palla, tutto il pubblico ti acclama le sensazioni sono fortissime. Ti trovi al centro della scena e tutti gli occhi sono puntati verso di te! Personalmente, amo molto quando i fans si ricordano i miei spot e le classiche frasi che grido durante i match, tipo “Nel nome del Power” o quando grido: “Nessuno mai!!!” Dopo non esser riuscito a portare a termine uno schienamento decisivo. Insomma, cerco il modo di differenziarmi in qualche modo per far sì che il pubblico si ricordi meglio di me. Penso che in generale il differenziarsi, presentarsi in un modo che sia tuo e basta, sia sempre una buona cosa. Specialmente in un epoca come questa, dove la società ci obbliga a uniformarci al sistema.
E zitto zitto, alla fine hai alle spalle quasi dieci anni di ring! A questo punto ti senti soddisfatto? Cos’altro vorresti realizzare? La WWE è come per tutti il tuo sogno ancora in sospeso, o magari hai altre mire?
Mi ritengo piuttosto soddisfatto dei i risultati ottenuti in questi anni. Non mi sento sicuramente un lottatore affermato o un portavoce del wrestling italiano ma mi piace pensare di aver lasciato almeno un piccolo segno nel cuore dei fans tricolore. Per quanto riguarda la WWE anche se non sono sicuramente un atleta adatto al prodotto che trattano, sono sicuro che sia un ambiente che non faccia per me. Dai vari libri e interviste che ho letto dei suoi atleti, ho capito che gli impegni per un lottatore WWE siano davvero pesanti. Richiedono sacrifici fisici a volte insostenibili, che portano poi i lottatori a rovinarsi definitivamente. Preferirei lavorare per federazioni che lascino più tempo ai lottatori per riprendersi fisicamente, dopo uno o più match.
Fin qui ci hai raccontato la tua vita. E se ora parlassimo un po’del wrestling attuale? In base all’esperienza che hai, che ne pensi di tutte queste federazioni che spuntano come funghi peggio dei partiti politici?
Sinceramente la nascita di tutte queste nuove federazioni mi preoccupa un po’… Uno show di wrestling ha bisogno di molto lavoro alle spalle, ora non sto ad elencare tutto quello che serve ma ho come il timore che queste nuove associazioni prendano tutto un po’ troppo alla leggera, proponendo uno spettacolo che infine risulta poco emozionante e non professionale. Questo comportamento rischia di rovinare quella parte di pubblico che non ha mai visto uno show di wrestling dal vivo e che vedendo queste situazioni pensi poi che il livello del wrestling in Italia sia questo.
E di quelle che sembra non abbiano altro scopo che passare il tempo a litigare tra loro?
Be’, quelle, poi, non credo meritino nemmeno due parole per una risposta.
Secondo te, qual è o quali sono i motivi per cui il wrestling non prende piede in Italia, nonostante ci siano atleti validissimi che nulla hanno da invidiare ai campioni WWE? È il pubblico che non è pronto? Sono gli show non all’altezza? Ci sono troppi pregiudizi sul wrestling?
Credo sia una questione di cultura e vecchie abitudini. In realtà, anche altri sport come la pallavolo, il basket o il rugby vengono completamente oscurati di fronte al calcio. In Italia funziona così: tutto quello che non è calcio passa in secondo piano. Ma vedo con gioia che piano piano qualcosa inizia a cambiare, qualcuno inizia a vedere che esiste qualcos’altro al di fuori del pallone, specialmente nei ragazzi giovani.
Tirando le somme, quanto ti ha dato e quanto ti ha tolto, il wrestling?
Per poter seguire questo sogno ho dovuto faticare molto e fare tanti sacrifici. Ma onestamente, credo siano stati ripagati da tutte le emozioni e il sostegno ricevuto in questi anni.
Con la maschera, senza maschera, false identità, costumi stravaganti… quanto peso hanno queste cose nel fascino di questo sport
Beh, il wrestling, alla fine può anche essere visto un po’ come un posto magico dove può succedere di tutto. Le storie sono piene di emozioni e colpi di scena. Insomma se c’è chi dice che il teatro è magia, il wrestling è una sorta di teatro, ma d’azione. Dove gli attori, al posto di cantare e ballare, si sfidano in combattimenti incredibili.
Dai tre buoni motivi ai tuoi fan perché vengano a vedervi.
La ICW organizza spettacoli di wrestling dal lontano 2001. Ha sulle spalle oltre 400 show all’attivo e vanta un roster di lottatori davvero preparati e professionali. Se sei un amante di questo sport o sei solo curioso, ti consiglio di venire a vederci quando passiamo dalle tue zone! Ti assicuro che non rimarrai deluso! Una volta uscito dal palazzetto poi ti chiederai: “ma come fanno quei ragazzi a non uscirne a pezzi tutte le volte?”.
Rispondi con solo una o due parole a queste domande:
Amore? Complicità
Soldi? Utili
Amicizia? Fiducia
Successo? Passeggero
Palestra? Sacrificio
Emozione? Vivere
Viaggi? Scoperte
Relax? Casa
Tempo libero? Questo sconosciuto
Religione? Oppio dei poveri Cit.
Gioia? Raggiungere l’obiettivo
Dolore? Necessario
Emozioni negative? Utili
Valori della vita? Onestà
Concludi con qualcosa che vorresti dirci, una frase o un aforisma che senti particolarmente.
Non voglio concludere con chissà quali paroloni o dare lezioni di vita. Non sono certo il Dalai Lama, ma se posso dare un consiglio a tutti i giovani che stanno leggendo posso dire questo: “se avete un sogno che non riuscite a raggiungere, non perdete tempo a piangervi addosso o a elencare i motivi per cui non riuscite a raggiungerlo ma lottate, lottate con tutte le vostre forze per farlo vostro! Solo così si raggiungono gli obiettivi nella vita. Non con le scorciatoie: le scorciatoie rendono deboli. Il maestro Yoda diceva: “Fare o non fare. Non c’è provare!”. Quindi giovani Padawan se volete raggiungere qualsiasi obbiettivo non dovete far altro che trovare la Forza che sta dentro di voi. Il resto verrà da se.
Grazie di essere stato con noi, Andrea! Non dimenticare di farci sempre sapere per tempo in quali show poterti vedere!
Grazie a te per questa intervista. Ci vediamo ai prossimi show di wrestling targati ICW. Ovviamente sempre “Nel nome del POWER !!!”
Erika Corvo