Ci sono persone che in tutta la vita non riescono ad eccellere in nessuna attività. Qualcuno combina a stento qualcosa, e qualcun altro, dopo una vita di sforzi, riesce a concludere qualcosa degna di rilievo. Una volta su mille nasce il fuoriclasse: quello che a vent’anni ha realizzato ciò che ad altri non riesce in una vita. Si chiama Steve McKee, classe 1995. Quando sale sul ring, sembra un nativo americano: lunghi capelli lisci e scuri, fascia in fronte, zigomi alti ed occhi a mandorla, fisco scolpito. Dei nativi americani possiede anche la capacità atletica: pratica il wrestling come se, sul ring, ci fosse nato: movimenti fluidi, precisi, un parco mosse di tutto rispetto eseguito in scioltezza . Poi scende dal ring, si toglie la fascia, si infila uno stetson e suona il banjo in un gruppo country cantando come un vero cowboy. Vogliamo saperne di più, su questo ragazzo?
Parlaci di te, Steve: dove sei nato, che studi hai fatto, come trascorrevi le tue giornate e quali erano le tue passioni da ragazzino, prima di avvicinarti al wrestling?
Ciao Erika, felice di rispondere a questa intervista, e grazie di queste belle parole che hai speso per introdurmi… Per cominciare e rispondere alla tua domanda, sono nato a Rho, in provincia di Milano. Alle superiori ho fatto grafica, è un indirizzo di studi che avrei sempre voluto intraprendere. Mi intrigava da matti l’idea di creare qualcosa, e che la grafica diventasse la mia professione. C’è gente che vive un po’ così, come gli capita… io invece volevo dedicarmi con tutto me stesso a ciò che mi appassionava di più: grafica e musica. Sai è buffo! All’età di tredici anni ho preso in mano una chitarra e insieme a quattro amici di infanzia non ho fatto altro che suonare. Ci divertivamo un sacco! Appena tornavamo da scuola eravamo lì a suonare fino a farci sanguinare le dita. Un giorno abbiamo deciso di fare le cose per davvero e abbiamo formato una cover band, che avesse in repertorio le canzoni che ci piacevano di più. Ecco come trascorrevo le mie giornate: imparando a fare musica. Sai cos’altro facevo? Guardavo tanto wrestling! Quello sì, non mi perdevo un episodio! Ero un grande appassionato. A quale ragazzino non sarebbe piaciuto farlo? Ma all’epoca, quelle erano solo cose da vedere in tv. Lo facevano gli americani, a casa loro. Di farlo in Italia, te lo sognavi! Chi immaginava che un giorno ci sarebbero state delle scuole anche qui, dove poter imparare?
A che punto della tua vita hai pensato seriamente che saresti potuto salire davvero sul ring? Chi ti ha allenato?
È successo tutto due anni fa oramai… sai, una sera, era il 2014, cercavo lavoro per le strade di Milano, e per caso sono finito davanti ad un negozio meraviglioso: WRESTLINGSTORE! Pensate: un intero negozio a tema, stracolmo di oggetti, action figures, magliette, dvd… Un sogno! Ricordo di essere entrato e di essermi perso in quel posto dove il centro del mondo era il wrestling! Persi completamente la cognizione del tempo. Naturalmente ho iniziato a parlare col proprietario: finalmente qualcuno con il quale condividere la mia passione! E allora vengo a sapere che si tratta nientemeno che di Giacomo Giglio, un wrestler vero: quello che sul ring è conosciuto come “TG”, “The Greatest”! Continuai a parlare, volevo sapere tutto! Mi disse che aveva da poco aperto un’accademia dove insegnava questa fantastica arte proprio a ragazzi come me, e mi disse che se volevo, avrei potuto venire a vedere di persona come si svolgesse un allenamento. Che gli sembravo portato. Beh, come potevo farmi sfuggire un’occasione così ghiotta? Ovviamente ci sono andato… e da lì non ho praticamente mai smesso. Sentivo di aver trovato me stesso. Sul ring ero io, ero vivo, sentivo il sangue scorrere nelle vene! Sì, ecco, iniziai ad allenarmi proprio in quel periodo, e lì conobbi quelli che oggi sono le nostre star in FCW: persone come Matt Disaster, The Entertrainer, Kronos e Brutus.
Il tuo nome anagrafico è Stefano Michènsia. Come è nato il tuo ringname “Steve McKee”?
Beh, da grande appassionato di musica, quando mi trovai a dover scegliere un ringname per il mio personaggio, cercai qualcosa che mi rappresentasse in tutto e per tutto. Sai, qualcosa che facesse dire alle persone che mi conoscono: si, è proprio lui! Così andai sul semplice: presi il mio nome tradotto in inglese e lo unii al cognome di uno dei miei chitarristi preferiti in assoluto, Andy McKee! Un chitarrista che per me è sempre stato fonte di grande ispirazione. Così creai Steve McKee. Subito dopo iniziai a pensare a quella che poi sarebbe stata la mia gimmick e tutto il resto.
Com’e stato il tuo esordio, sul ring?
Spaventoso, direi! Non potrò mai dimenticarlo, è successo tutto così in fretta! Dopo mesi di duro lavoro, eccomi arrivare al giorno dell’esordio. Tutto preparato bene, studiato alla perfezione. Sapevo cosa fare e nonostante l’ovvia emozione ero abbastanza tranquillo. Quella sera dovevo cimentarmi in un tag-team. Il mio partner era Aaron Cage (che l’anno scorso militava ancora in FCW) e gli avversari erano Matt Disaster e Alex Fitness. Ne venne fuori un bell’incontro. Il pubblico si era divertito e noi pure. Ma quella sera ci fu un imprevisto: tornati nel backstage ci informarono che uno degli atleti non era riuscito ad arrivare, e avevano scelto me per sostituirlo nel suo match. Così dovetti affrontare Iceman al posto del ragazzo assente. Ma avremmo dovuto improvvisare tutto, e non ero preparato. Ricordo che Iceman mi aiutò un sacco, sai, a gestire la tensione e tutto il resto. Un esordio molto particolare, come vedi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta!
Quanto e come ci si allena, per arrivare ad un buon livello?
Ci si deve allenare tanto, molto, e anche molto non è mai abbastanza. Ci vuole impegno, costanza, pazienza… Io ho ancora così tanta strada da fare che non posso nemmeno immaginare quanto ancora dovrò allenarmi per raggiungere un buon livello. A tutt’oggi, durante gli allenamenti cerco di lavorare molto sui fondamentali, perché quella è la chiave. Ricerco la pulizia nelle mosse base perché da lì nasce tutto. È molto faticoso, il solo riscaldamento richiede una buona preparazione atletica. Ma è necessario farlo, perché altrimenti si rischia un infortunio durante l’allenamento, e sarebbe da stupidi. È impegnativo, bisogna davvero dedicare tutto te stesso nel cercare di migliorare in questo business.. Alle volte è frustrante, ma col tempo e la costanza si ottiene tutto.
Cos’è, per te, il wrestling? Passione? Arte? Energia? Gioia?
Beh sicuramente una passione. È quel tipo di passione di cui non riesci a fare a meno. Quella di cui senti l’astinenza. Sicuramente una passione che mi procura energia, gioia e un sacco di altre emozioni uniche. Diventa un circolo vizioso: vivi per il wrestling e fai wrestling per vivere. È una catena no? (ride*) Definirei questa disciplina un’arte, e per me questa arte è unica nel suo genere.
Cosa ti piace di più e cosa di meno, di questo sport? Quanto ti ha dato e quanto ti ha tolto?
Sicuramente una delle cose che mi piace di più, è uscire sullo stage! Quella sì che è una sensazione unica! Ti dà tutto, ti ripaga di ogni sacrificio. L’ingresso, sai… è un’incredibile esplosione di adrenalina ogni volta, sentire la tua musica risuonare a tutto volume, il presentatore che ti annuncia al pubblico… Da far venire la pelle d’oca! Cosa mi ha tolto? Come ogni sport anche qui ci sono molti sacrifici da affrontare, e sono molti i momenti in cui ho dovuto anteporre il wrestling a molte altre cose… molti i week-end passati ad allenarsi, la fatica di montare e smontare il ring dopo un evento. Soprattutto dopogli incontri, quando ormai sei stanco e dolorante… Perché sappiate che il ring non si monta e non si smonta da solo. Bisogna fare tutto questo ogni volta, anche quando sei tutto un dolore e non vedi l’ora di infilarti nel letto dopo una bella doccia. Devi continuare ad allenarti ogni settimana nonostante i muscoli doloranti, i lividi e le escoriazioni di quando hai sostenuto un match da pochi giorni, ed è molto faticoso. Bisogna stringere i denti ogni volta e andare avanti!
Nella tua vita c’è anche la musica: da quanto tempo è una cosa seria, per te?
Da sempre! Sin dal primo momento in cui ho iniziato a suonare per me la musica è sempre stata una cosa seria; certamente uno svago, un divertimento… ma sicuramente una cosa da fare bene, con dedizione e responsabilità!
Se è già difficile conciliare la vita privata con una attività, tu, con due, come te la cavi?
Diciamo che faccio del mio meglio… molte volte è difficile cercare di far quadrare ogni impegno, qualche settimana magari il tempo non basta per tutto quello che dovresti fare ma, tutto sommato, se hai una buona organizzazione e hai delle persone che ti aiutano, è sicuramente più facile cavarsela! Io mi ritengo molto fortunato ad avere vicino persone che mi sostengono e mi sono vicine ogni giorno della mia vita! La mia ragazza ad esempio, non solo mi sostiene, ma sa essere anche molto paziente. (ride*)
Come è nato, il gruppo dei Wing Along Road? Avete capito subito che avreste fatto sul serio o c’è stata un’evoluzione, lungo il percorso?
Vedi, il gruppo con cui avevamo iniziato a suonare era un gruppo favoloso, ci divertivamo un sacco e nell’ultimo periodo avevamo anche registrato qualcosa di nostro. Poi il nostro batterista si trasferì a Londra e noi si dovette ricominciare daccapo… io colsi l’occasione per rivedere tutto quello che non andava bene. Ad esempio, prima suonavamo quasi solo pezzi non nostri e volte il repertorio era troppo pop, a volte troppo rock, o metal, e altre troppo soft. Così fondammo i Wings. In quel periodo ci eravamo appassionati molto alla musica country. Eravamo sempre gli stessi, cioè quelli con cui ho iniziato a tredici anni, ma avevamo avuto il tempo di maturare un po’. Ho alternato la chitarra al banjo e ho riarrangiato i nostri brani in stile country. Ho invitato due ragazzi nuovi ad unirsi al gruppo, ed eccoci qua: suoniamo insieme ormai da due anni!
Raccontaci qualcosa in proposito del gruppo: chi scrive i testi, chi la musica e chi si occupa della promozione?
Sai, di solito la musica e le parole le scrivo io, ma ogni volta che concludiamo una canzone, parole e musica, la revisioniamo tutti insieme, e se quale accordo o qualche rima non ci convincono, si cambiano senza problemi! Portare a termine una canzone è un processo lungo, c’è molto lavoro dietro. Della promozione ci occupiamo un po’ tutti quanti. Ci autoprodurremo, quindi se non lo faremo noi, non lo farà nessuno.
Hai altri hobby?
Mi piace molto il pugilato! In passato l’ho praticato per circa tre anni. Nulla di agonistico, ma mi piaceva molto e direi che mi piace a tutt’oggi! È stato il mio sport prima del wrestling, e mi è servito molto come aiuto nella preparazione atletica che questo richiede. Mi piacerebbe ricominciare, se avessi del tempo in più!
Quali altre attività potresti aver voglia di intraprendere, in futuro?
Mi interesserebbe molto imparare a ballare il country: sarebbe davvero stimolante e penso che mi ci divertirei un sacco! Sicuramente prima o poi lo farò… devo! Magari quando avrò più tempo… per dedicarmici davvero e con passione!
La WWE ha sempre privilegiato i lottatori mastodontici a discapito dei pesi leggeri. Tu che preferisci? Potenza o agilità?
Ti dirò, non ho mai avuto una categoria preferenziale, ma penso che il perfetto prototipo sia un wrestler che sia allo stesso tempo potente e agile. Ce ne sono pochi davvero, se ci pensi, di questo tipo… che piacciano davvero, soprattutto! In WWE, o sei in una categoria o sei in un’altra, le vie di mezzo non sono molto ben viste, e pochi hanno avuto un notevole successo. La maggior parte viene messa in secondo piano. Io non ho un “tipo” che prediligo, ho sempre apprezzato sia alcuni “big men” sia alcuni pesi leggeri senza troppi problemi. Se sei bravo sei bravo e basta.
Sei un peso leggero: quali sono i pro e i contro?
Penso che una delle tante cose positive dell’essere un peso leggero sia l’agilità. Ti consente di avere mosse sbalorditive da mostrare al pubblico, molte più di quelle che di norma possa avere un peso massimo. In questo modo hai più occasioni di impressionare il pubblico o di stravolgere l’andamento del match… Diciamo che può anche offrirti più opportunità di essere innovativo, soprattutto con le finisher. La cosa più difficile di tutto questo è imparare queste particolari mosse, come possono essere le head scissor, i moonsault, le springboard drop, le 450 splash e tante altre. Perché quando si è un peso leggero, la gente si aspetta proprio questo, da te, e non li puoi deludere! Devi impararle e anche bene! Come puoi immaginare non sono per niente facili, richiedono un sacco di allenamento e di preparazione fisica e mentale! Sono mosse complesse e anche la più semplice proiezione richiede la massima precisione. Il minimo sbaglio può essere letale, non ce lo dimentichiamo!
Citami tre atleti nel panorama mondiale che ti piacciono in modo particolare e spiegaci perché.
– Saúl Álvarez: Sicuramente il mio pugile preferito, ho sempre adorato il suo stile, i suoi incontri mi piacciono un sacco… la sua tecnica è fenomenale!
– Alessio Sakara: Il nostro orgoglio italiano, grande atleta! Ha avuto successo dove molti hanno fallito e la sua preparazione atletica è folle! Mi sono sempre piaciuti i suoi incontri e anche la sua personalità.
– Chris Jericho: Lo ammiro molto, è un wrestler incredibile al 100%, unico nel suo genere… Anche lui oltre che praticare wrestling, canta in una band, i Fozzy. Grande band! Io faccio fatica a fare tutto questo al mio livello, proviamo a pensare al suo quanto deve essere dura! Deve essere incredibilmente difficile gestire tutto e far quadrare ogni cosa. Ha le palle, ha tutta la mia stima.
So che con i tuoi Wings Along Road ti sei esibito di recente in uno show con tutto il vostro repertorio musicale. Com’è andata?
Sì, il 9 Settembre ci siamo esibiti in concerto a Corsico, in provincia di Milano. Abbiamo dato il meglio di noi con quasi tutto il nostro repertorio attuale, più un brano inedito che per la prima volta abbiamo eseguito dal vivo! C’è stato spazio anche per qualche classico della musica country e in più abbiamo dato anche quale nuova informazione sul nostro CD attualmente in fase finale di registrazione! Ci siamo divertiti noi e il pubblico, e c’era gente che ballava!
Lo so, c’eravamo anche noi di Mondomarziale, non ce lo saremmo persi per niente al mondo. Un concerto coi fiocchi davvero! Qualora ce ne siano altri, non esiteremo a mettere al corrente i nostri lettori. E come wrestler, dove e quando ti si può vedere?
Beh, le federazioni italiane sono già pronte a esplodere da tempo oramai. Si preparano da tutta l’estate, e lo sanno tutti grazie al gran volume di pubblicità che gira sul web! Io sarò il 17 Settembre ad Almenno San Bartolomeo (BG) al primo show della stagione 2016/2017 della MAW, dove vedrete uno Steve McKee che ancora non avete visto nel ring, credetemi! Il 24 Settembre, invece, giocherò in casa, nella mia Pero (a due passi da Rho, provincia di Milano), in piazza Marconi, al primo show di stagione della FCW. Sarà uno show unico nel suo genere, e non potete e non dovete perdervelo per nulla al mondo! Poi, il 29 Ottobre sarò alla Rising Sun, sempre ad Almenno San Bartolomeo (BG) per un nuovo ed incredibile show di questa nuova promotion! Ci sarà da divertirsi!
Devi convincere qualcuno che non ha mai visto un incontro a venire a vedervi. Cosa gli diresti?
Magari finora il wrestling non ti è mai piaciuto, ma stai tranquillo che se verrai a uno show e ti metterai seduto, ti divertirai come non ti sei mai divertito in vita tua! Credimi: alla prossima data ti ritroverò ancora lì, seduto sulla stessa sedia, a sbavare dalla voglia di vedere il nuovo show! Hai la mia parola. È uno spettacolo unico, coinvolgente, perfetto per ogni fascia di età. Dammi retta, vieni senza discutere!
Concludi con qualcosa che vorresti dirci, una frase o un aforisma che senti particolarmente.
Non lasciate che qualcuno vi porti via i vostri sogni… mai!
Grazie, Steve! Verremo tutti a vederti, puoi contarci!
Ciao Erika, ciao a tutti voi di Mondomarziale e a tutti voi lettori! Grazie di tutto, davvero! È stato un vero piacere risponderti a queste domande! Ci vediamo presto, vi aspetto!
Visto che c’eravamo, ci sembra doveroso concludere con un piccolo resoconto del concerto che i Wings Along Road hanno tenuto a Corsico. Ci aspettavamo un localino con musica dal vivo, e invece ci siamo trovati a sorpresa immersi in una vera atmosfera country da festa di paese: un’aia, più che un cortile. Bancarelle colme di cibarie e profumini nell’aria, birra, tavolini, spazio bimbi e divieto di fumare – anche se all’aperto – oltre una certa zona (iniziativa encomiabile). E dopo una breve esibizione di un gruppo di giovanissimi atleti di ginnastica acrobatica, ecco sul palco i nostri Wings Along Road in mezzo a luci, fumi e torrenti di note. Ci portano il far west in provincia di Milano e ci fanno sognare tutta la sera. Questi ragazzi non hanno nulla da invidiare ai gruppi country americani. Sicuri, affiatati, puliti nell’esecuzione dei pezzi e da ascoltare con grande rilassatezza. Non poteva negare la sua presenza Giacomo Giglio (The Greatest) in tenuta candida col cappello a panama, fascinoso come l’Uomo Del Monte, che fa sentire fresco solo a guardarlo. Dopo un po’ arriva anche Entertrainer, bello come un sole nero, con fidanzata a seguito, che si piazza in prima fila a godersi lo spettacolo. Finisce che noi e The Greatest ci mettiamo a parlare di wrestling, atleti e allenamenti, ma non perdiamo di vista Steve McKee che, sul palco, non perde un colpo.
Steve sfoggia un’estensione vocale degna di nota e non stecca mai, nemmeno nei passaggi più difficili – ricordiamo che anche i cantanti dei migliori gruppi, dal vivo, steccano spesso. È sempre un piacere ascoltare la loro “Old Johnny” (https://www.youtube.com/watch?v=KWj7ihQ_SSg), e “Kentucky (Fried Chichen)” ci illude di sentire il profumino del pollo fritto anche se nelle bancarelle non ce l’hanno. Piacevolissimo anche “Far From Any Road”(una cover degli Awesome Family), un bel brano lento e dolce. Alcuni pezzi sono arrangiati in modo da glissare nel rock dal sapore vagamente metallico, ma non stona affatto: i ragazzi sono riusciti con i loro arrangiamenti a fondere molto bene i due stili. L’atmosfera si scalda e tutti ci si lancia sull’aia a ballare. Si sta bene, ci divertiamo. E anche questa serata volge al termine. Steve presenta i membri del gruppo, poi qualche bis, e anche questa è andata! Corriamo ad abbracciarli e complimentarci con loro appena scendono dal palco, felici per il successo ottenuto e la bella serata che ci hanno regalato. Sono stati bravi. Quando ci sarà qualche loro prossima esibizione non ve li perdete, perché questi ragazzi faranno strada!
Erika Corvo