Quando si parla di matrimoni precoci si è subito portati a pensare a Paesi arretrati, in cui predomina la povertà culturale e in cui non vengono rispettati i diritti umani e civili dei minori. Stupirà, allora, scoprire che tra il 2000 e il 2015 proprio negli Stati Uniti, Paese simbolo di modernità e benessere, si sono sposati ben 210.000 minori. Di questi, l’87% è costituito da ragazze e l’86% ha sposato persone adulte. Il 5% ha un’età pari o inferiore ai 15 anni e nel Tennessee addirittura tre matrimoni sono stati contratti con minori di 10 anni di età.
Il matrimonio in età infantile, infatti, è legale nella maggior parte degli USA. Tutti gli Sati consentono il matrimonio sotto i 18 anni e più della metà non ha fissato un’età minima. La maggioranza degli Stati permette ai ragazzi tra i 16 e i 18 anni di sposarsi solo con il consenso dei genitori e ai minori di 16 anni solo con l’approvazione del giudice, spesso come conseguenza di una gravidanza.
I Paesi con il maggior numero di matrimoni infantili nel 2010 sono stati Idaho, Utah, Arizona, Texas, Mississipi, Kentucky, West Virginia con 50 o più casi. Seguono Alaska, Wasington, Oregon, Wyoming, Colorado, Kansas, Missouri, Arkansas, Louisiana, Tennessee, Alabama, Virginia e South Carolina con un numero di matrimoni infantili compreso tra i 25 e i 49. New Mexico, Nevada, Montana, North e South Dakota, Nebraska, Iowa, Michigan, Wisconsin, Illonois, Ohio, New York, New Jersey, Connecticut, Maryland e Florida hanno registrato tra i 10 e i 24 casi. In coda Vermont, New Hampshire, Massachussets, Delaware e Hawaii, con meno di 10 matrimoni.
E non finisce qui. Oltre a non essere tutelati i diritti delle bambine e delle ragazze, che finiscono per diventare spose precoci, non sono pienamente garantiti nemmeno i diritti delle donne adulte. Secondo una ricerca commissionata dalla Banca Mondiale, negli USA non esistono leggi che garantiscano a una donna il diritto di ricevere lo stesso stipendio di un uomo e di avere un congedo di maternità pagato di almeno 14 settimane, come quello vigente in Italia. Inoltre, i periodi di assenza dal lavoro per la cura dei figli non vengono nemmeno presi in considerazione ai fini del calcolo pensionistico. Queste gravi mancanze fanno sì che, nella ricerca, gli USA ottengano un punteggio pari solo a Kosowo e Taiwan.
Luana Vizzini