Negli ultimi mesi, il noto psichiatra Paolo Crepet ha sollevato un acceso dibattito sull’educazione dei giovani, puntando il dito contro alcuni comportamenti dei genitori moderni. Con il suo stile diretto e critico, Crepet ha sottolineato come l’eccessiva permissività e la mancanza di regole chiare stiano compromettendo lo sviluppo emotivo e sociale delle nuove generazioni. Le sue parole, sebbene forti, hanno suscitato reazioni contrastanti tra genitori ed esperti del settore. Crepet ha argomentato che molti genitori si sono trasformati in “amici” dei loro figli, rinunciando al loro ruolo di guida autorevole. Secondo lo psichiatra, questo approccio conduce i giovani a una crescente insicurezza e incapacità di affrontare le sfide della vita. Infatti, l’assenza di limiti chiari e di momenti di frustrazione vissuti come un’opportunità di crescita potrebbe tradursi in adulti meno resilienti.
Nella foto, in alto: genitori/amici
A queste affermazioni ha risposto Vittorino Andreoli, altro illustre psichiatra italiano, il quale riconosce la complessità del ruolo genitoriale odierno. Andreoli sostiene che le difficoltà incontrate dalle famiglie non debbano trasformarsi in una colpa, ma piuttosto in un’opportunità per rafforzare il dialogo e la comprensione.
“Il contesto sociale e culturale è cambiato radicalmente negli ultimi decenni,” sottolinea Andreoli, “e con esso anche il modo in cui le famiglie interagiscono e si supportano a vicenda.”
Nella foto, in alto: l’altro illustre psichiatra, Vittorino Andreoli
Nel mezzo di questo dibattito si collocano gli educatori e gli psicologi, che lavorano quotidianamente per fornire ai genitori strumenti pratici e conoscenze utili a navigare in un panorama educativo sempre più complesso. L’importanza di trovare un equilibrio tra autorevolezza e affetto risulta fondamentale, come suggerito da molti esperti nel campo.
Il dibattito sollevato da Crepet ha permesso di riportare l’attenzione pubblica su temi cruciali legati all’educazione e al ruolo della famiglia. Al di là delle polemiche, la discussione può fungere da stimolo per una riflessione più profonda e collettiva su come adattare le pratiche educative ai bisogni dei giovani di oggi, senza perdere di vista valori duraturi e importanti.
Tiziana Giglioli