Finalmente! Eccoci al primo evento del dopo lockdown, a Pero. Un evento organizzato dalla Rising Sun, con la perizia e la meticolosità di sempre. Come un novello Mosè, arriva Fabio Tornaghi ad istruirci riguardo alle norme anti-covid da seguire:
1° Non avrai altro sport all’infuori del wrestling
2° Ricordati di santificare le feste partecipando ai nostri eventi
3° Indossa la mascherina per tutto il tempo
4° Disinfettati le mani, c’è il gel da tutte le parti
5° Nessuno tocchi nessuno
6° Distanza sociale anche negli spogliatoi
7° Non rubare la cintura al campione in carica
8° Non fornicare con le donne del pubblico
9° Tantomeno zomparci sopra dal ring
10° Altrimenti ci fanno il culo.
Sia lodato Eddie Guerrero.
Sempre sia lodato.
Amen.
No, vabbè, stiamo scherzando, ovviamente, ma il succo è questo: Dobbiamo rispettare tutti quanti con la massima meticolosità tutte le regole imposte, perché chi critica non dorme mai, e non commenterebbero che “tizio o caio si sono comportati male”, ma “Il westling fa schifo e sono tutti incivili”. Ha ragione. Faremo il possibile.
Torniamo allo show.
Ci credereste che ci siano centotrenta posti prenotati per ciascuno dei due stage? Grandioso! La grande famiglia del wrestling non molla e non intende mollare, a quanto pare! E a parte le mascherine, sembra tutto normale. Tutto come l’avevamo lasciato. Andiamo avanti come se niente fosse.
Siamo tutti qua già intorno alle tre, e gli atleti sono talmente tanti che sembrano centotrenta anche loro! Arrivano da tre federazioni diverse: la maggioranza ICW, gli altri MWF e BWT, più l’ospite straniero, Mad Kurt, che a vederlo in foto pare Nosferatu, invece è uno normalissimo, inglesino classico pallido e magrolino. Tutti variamente abbronzati, chi ingrassato, chi dimagrito, chi si è fatto crescere i capelli e chi se li è tagliati, chi si è tatuato e via dicendo, ma siamo tutti qui. L’unico che non doveva dimagrire e invece l’ha fatto è El Panzero, che adesso non ha più un filo di pancia e dovrà cambiare personaggio, ma sarà adorabile lo stesso.
La card è cicciosa, pare ci siano delle sorprese meravigliose e siamo sempre stati ottimisti, ma dopo tutti questi mesi di inattività, gli atleti saranno ancora in forma? Non è che la cintura la assegneranno alla zia Agnese per le lasagne e alla Sora Pina per i bomboloni? Vedremo!
Ecco che il pubblico inizia ad affluire in sala e ognuno viene accompagnato al suo posto. Praticamente tutti con la mascherina in resta, con le mani disinfettate e la temperatura sotto i trentasette e mezzo. Ma che senso abbia tutto questo (non vogliamo polemica e viva le regole anticovid) non si sa, dato che per venire qui, siamo stati pigiati sui mezzi e in metropolitana per più di un’ora in mezzo ad un mucchio di gente, alla faccia del distanziamento sociale. Italici misteri.
Il clima è ancora caldo, al sole si sta benissimo, ma stamane ha piovuto forte e pare che ormai l’estate termini definitivamente la settimana prossima.
Allora, si comincia?
Si comincia! Primo match: Steve McKee contro Andres Diamond.
Il presentatore della serata è Emiliano Zotti, aka El Panzero.
Il tutto inizia con Diamond che incita il pubblico a fare BOOO per McKee mentre lui si becca le ovazioni. A bordo ring ci sono i Rebel Souls, i compagni di McKee. Quest’ultimo tenta un german suplex, ma siccome mo’ te passa che possa sollevare Andres, gli morde un braccio (cosa fai, che dopo ti devi disinfettare la lingua?). L’arbitro – sarà Malalana? Indossa una maschera, come facciamo a sapere che sia davvero lui? – lo redarguisce, ma il Cowboy promette di non farlo più. Diamond apre le danze con una snapmare, alcune clothes line e un back bodydrop. Steve cerca un crossbody ma Diamond lo acchiappa al volo senza problemi come acchiapperebbe un sacco di cipolle di Tropea, e le cipolle viaggiano in vertical suplex con delay prima di finire nella frittata. Scende di sotto, e i suoi compagni di team mostrano al pubblico le mascherine taggate Rebel Souls, nere col logo sopra. Dai, che bella idea!
Intanto, mentre Kronos distrae Malalana, sale sul ring Disaster che tira un superkick a Diamond abbastanza tosto da stordirlo e se ne va non visto. Steve risale e gli rifila una single knee facebreaker. Tenta lo schienamento ma Andres tiene duro e replica con una sitting bodyslam. Le interferenze di Kronos da bordo ring permettono a McKee di partire con un dropkick piuttosto basso (sarebbe strano il contrario, visto che Diamond è alto quanto due o tre McKee), ma ne riceve uno piuttosto alto (lui non fa fatica). McKee va a terra e ci ritorna immediatamente dopo un sit down spinebuster. Bello cotto, se ne scende di sotto e si fanno avanti i tre compari, ma Andres ci mette poco a liberarsene. McKee ci riprova con un crossbody, ma il risultato è lo stesso di prima. Anzi peggio, perché le cipolle finiscono dalla padella alla brace con una TKO. Din din din, here is your winner!
Come diceva la pubblicità, un Diamond è per sempre.
Secondo match: Emanuel El Gringo vs Nico Narciso vs Mad Kurt vs Kronos. Un bel Fatal Four Way dove, nel secondo stage, il vincitore si aggiudicherà un match per il titolo italiano.
Nico e Kurt lanciano Gringo a tradimento contro Kronos, e naturalmente si spatascia e viene defenestrato. Nico parte alla carica, ma anche lui finisce appiattito come un foglio di carta. È il turno di Mad Kurt che prima si chiamava Kurtis Chapman, e infatti ha ancora le iniziali KC sullo slippino. Poteva anche rimanere “Chapman”, perché ne chapa tante ma tante che la metà bastavano. Basta vederlo davanti a Kronos per capire molte cose sullo svolgersi del match, poveretto, è così magro che a confronto, Zoom sembra grasso. Fatelo mangiare! (sì, ma da chi?) Una serie di un miliardo di chop non fa nemmeno il solletico al mastodontico Titano, mentre basta una spintarella per asfaltare Kurt sul tappeto tipo Wilcoyote giù in fondo al kanyon. Nico e Gringo provano ad intervenire in suo aiuto ma il gigantesco Rebel li fa sbattere zucca contro zucca in classico stile Bud Spencer. Ed ecco che Kurt si gioca il jolly sfasciando in testa all’avversario una tastiera da computer. Non sarà di granito, ma anche se è semplice plastica, crediamo faccia male lo stesso. E per giunta, essendo in mille pezzettinissimi, adesso sul tappeto è peggio che se ci fosse una distesa di mattoncini Lego. Avete mai messo un piede sopra un pezzo di Lego? Ecco, adesso immaginate che dobbiate cascare sopra! Nico e Gringo uniscono le forze e con un doppio dropkick riescono a buttar giù Kronos. Madonna, chissà che male avrà sentito! (gli serve come allenamento: ha un figliolino piccolo che tra un paio d’anni gli riempirà il pavimento di mattoncini Lego, sai che bei bump che ci faranno sopra tutti quanti) E allora se ne va di sotto per un po’. I tre rimasti, prima di riaprire le ostilità cercano di buttar via i pezzetti di plastica, ma non possono far molto e ricominciano a menarsi. Nico e Kurt riprovano l’alleanza con un doppio dropkick che manda al tappeto El Gringo.
Sarà, ma Narciso, con le strisce sulle braccia ci sembra Goldrake coi magli perforanti. Non viene fuori l’Alabarda Spaziale ma tra lui e Kurt inizia un bellissimo scambio di colpi mezzi seri e mezzi comedy veramente apprezzabili. Quando entrambi finiscono a terra arriva Gingo a proseguire il match. Butta di sotto Nico e porta Kurt sul paletto tentando un superplex. Ma torna Nico che si unisce ad Emanuel e il superplex lo tentano doppio. E a questo punto si inserisce anche Kronos e il tutto si trasforma in una tower of doom. Bello bello bello, come ci piacciono queste cose! Bellissimo anche il nuovo look di El Gringo che si è fatto crescere i capelli, distinguendosi in modo egregio da tutto il resto del popolo dei pelati con la barba.
Adesso che sono “tutti giù per terra” come si cantava all’asilo, è il turno di Kronos di divertirsi. Bodyslamma El Gringo, poi Narciso rischiando che i due sovrapposti facciano schienamento a loro insaputa, come si usa dire di questi tempi. Tenta uno splash su entrambi ma quelli si scansano, e pappappero. Li ributta giù dieci secondi più tardi i due pensano sia meglio scendere dal ring per non prenderne ancora… see, ciao! Kronos gli chokeslamma sopra il mingherlino Kurt. Ma perché porta il paradenti, quando forse proprio i denti sono la cosa più resistente di tutto il suo fisico? Dovrebbe indossare un “parakurt” e lasciare i denti come stanno. Mah, misteri inglesi.
Chi la fa, l’aspetti: Kurt risale, si stende e il Titano parte verso le corde immaginando forse di fare uno splash, ma gli altri due gliele spostano e quello vola di sotto. Scambio di colpi tra Nico e Gringo che culmina con un suplex sul sudamericano. Prima che riesca uno schienamento, Kurt attira Nico alle corde, sale sul paletto e gli affibbia una springboard codebreaker. Gringo tira un superkick a Kurt, ma Kurt lo rolluppa e lo schiena. Vedi vedi, che il piccoletto è riuscito a farcela contro tutti i forzuti! Bravo!
Terzo match, valido per il titolo di coppia ICW: i Cult of Violence (Dennis e Hardcore Cassi) contro Pasquale O’Malamente e AB Knight.
Il match inizia con uno scambio di colpi tra Cassi e Pasquale: arm drag, bodyslam e un backside pin di Pasquale seguito da un vertical suplex e da un’atomic drop. Entra anche AB, sempre segaligno nonostante i mesi di lockdown (ma non mangia mai?). Tenta di volare con una shooting star e noi tentiamo di sorvolare sul risultato. Esce Cassi ed entra Dennis. Scambio di colpi tra lui ed AB. Dennis subisce gli effetti di una hurricanrana, AB quelli di mesi di inattività. Rientra Pasquale ma Dennis stende entrambi gli avversari con una double clothesline, poi rientra Cassi cattivo cattivo che massacra tutti quelli che gli passano davanti. Dennis spantega Pasquale con un vertical suplex e mentre Cassi distrae l’arbitro, Dennis ne combina di ogni. O’Malamente si ripiglia e fa volare Cassi con un back bodydrop. Rientra AB incazzato nero: butta di sotto Dennis con un dropkick, passa Cassi al frullatore e butta di sotto anche lui, dopodiché si lancia su entrambi con un suicide dive e infierisce su Cassi, tornato sul ring, con una Northern Lights Suplex. Approfitta del ritorno di Pasquale per una G 9 su Cassi, ma questi si vendica subito dopo con una bella cutter. Dennis arriva con un superkick su Pasquale e AB zompa su entrambi. Tutti giù per terra! Un attimo dopo, ecco i Cult of Violence con una single leg Boston crab ciascuno. Con questa, Cassi è il primo a far cedere l’avversario: si aggiudicano il match e si tengono le cinture di coppia.
Quarto match: Nicolò Inverardi contro Red Scorpion, match titolato per la cintura Rising Sun World Championship.
Prima si chiamava Nick Lenders, adesso Nicolò Inverardi ma è sempre figo e sempre bravssimo. Inizia sbeffeggiando Scorpion tirandogli a molla le bretelle dell’attire, e allora lui se le tira giù ad evitare altre molle. Si vendica cercando di schienare l’ex calciatore tenendolo giù per i polsi, ma quello non ci mette né uno né due a fare un figurone rimbalzando su, a ponte, ad ogni conteggio di due da parte di Malalana, e non molla neanche quando Red gli zompa sopra a cavallo per tenerlo giù. Ma che addominali ha, Nicolò? Ha degli addominali o le balestre di un TIR? Ora ribalta la situazione ed è lui a cercare di schienare lo Scorpione in groviglio laocontico da Musei Vaticani. Red riparte con un sideslam e un vertical suplex, restituito subito dopo insieme ad una magistral cradle. Si tirano un superkick vicendevole in stereofonia e vanno giù come pere tutti e due. Una volta in piedi, Nicolò si fa sentire con un bodyslam e un dropkick dal paletto che sembra un F15 dell’aeronautica militare. Scorpion lo sfrittata con un suplex potentissimo e lo trasforma in piadina con un crossbody favoloso. Ma non gli va bene: Nicolò evita un enziguiri, lo rolluppa e lo schiena. Fine della giostra e la cintura è sempre sua.
A questo punto c’è la prima pausa, giusto pochi minuti, e ne approfittiamo per uscire a respirare senza la mascherina. Fuori c’è un tizio che, davanti agli amici, si esibisce in una esilarante imitazione di Giorgio Mastrota con la televendita del Total Power Crunch, in cui tutte le parole che pronuncia hanno tre o quattro erre, tripla p e quadrupla t. Poi gli arrivano i finti messaggini degli amici e termina dicendo che comprando l’attrezzo si avranno in omaggio i pezzi dell’attrezzo. Uno spettacolo nello spettacolo.
Vabbè, torniamo a noi.
C’è una piccola parentesi con i ragazzi dell’associazione AIPD, Associazione Italiana Persone Down, a cui andrà devoluto l’incasso della serata. Non ci piace l’idea di “fare benficenza”: non sono poveracci che hanno bisogno dell’elemosina per vivere. Sono persone che hanno esigenze diverse da noi ma di cui lo stato non si preoccupa, e allora bisognerà che la solidarietà arrivi dove il governo brilla per assenza. Come diceva la mamma di Akira (e di Luca Yutaka, ragazzo down) alla fine, tutti siamo diversamente abili: tu sai fare una cosa che io non so fare, e io so fare cose che non sai fare tu. E allora, se ci si desse una mano a vicenda si potrebbe arrivare lontano, realizzare tanti progetti e vivere meglio tutti quanti! Sappiamo di tanti down che lavorano in ristoranti, panetterie, pasticcerie, fanno mille mestieri e sono bravi, giudiziosi e assennati. Dare loro un mestiere significa dar loro la dignità di mantenersi ed essere operosi, la consapevolezza di essere parte attiva della comunità, potersi creare un futuro. Dovremmo conoscerli meglio per valorizzarli come meritano. Un motivo in più per venire agli show della Rising Sun e apprezzare organizzatori ed atleti: si collabora tutti per un mondo migliore.
Quarto match: Valido per la cintura di campione italiano BWT. VP dozer contro Lyon.
Stazzano quanto un trattore e un carro armato e ogni mossa diventa esplosiva. Dozer rincorre Lyon giù dal ring, quello risale e tenta un kneedrop ma va a vuoto. VP allora lo bodyslamma e il ring rimbalza, tenta un legdrop ma si becca una culata che chiunque altro si sarebbe frantumato il coccige. Lyon gioca d’astuzia: gli solleva la maglia sulla testa e gli tira una spear che sembrano due. Lo stende di nuovo con uppercut e approfittando dei secondi di default di VP, ci mostra quanto sia bello e quanti bicipiti possieda (per quanto grossi siano, alla fine sono sempre due), poi va di bodyslam anche lui, che non guasta mai. VP si rialza, gli tira “un sgiafùn” (milanese: uno “schiaffone”) e anche un backslide pin. Lyon si vendica con una clothesline da decapitazione. Malalana si vendica anche lui: rolling referee dive, mostrando che non avrà i bicipiti di questi due, ma un 110 con laude per la forma fisica, glielo concediamo ad honorem. Mi sa che fosse più in forma di tanti altri…
Lyon torna alla carica con una shooting star press che gli riesce solo a metà perché VP si sposta in tempo . VP parte in quarta e trasforma Lyon in omogeneizzato con una compilation di clothesline e spallate varie. Allora reagisce con un bigboot, ma lo schienamento ancora non viene. E che succede? Che VP si carica Lyon sulle spalle e lo trasforma in un wrap di manzo con una rolling samoan drop. Cotto e schienato.
Sesto match: Matt Disaster contro Doblone, main event e con in palio la cintura di campione MWF.
Dopo una serie di reciproci sberleffi, Doblone apre le danze con un bel back body drop. Matt va a vuoto con un dropkick, e allora poco dopo il pirata gli mostra gentilmente come si faccia a farne uno bene. Doblone scende dal ring e Matt va a vuoto anche con un dive. Disaster lo manda a sbattere sui gradoni e lo usa come sgabello per risalire e poco più tardi va a segno con un dropkick. Doblone colpisce con una bella serie di clothesline e un german suplex, Matt lo ripaga con una cutter, con un moonsault dal paletto che come al solito va a vuoto e con una senton che tanto per cambiare, invece, è a vuoto. Una volta, almeno, i vuoti (intesi come bottiglie) si riportavano al negozio e ti davano in cambi cinquanta centesimi. Adesso non ti danno più niente.
Doblone gli rifila un bel calcione in zucca e si lancia dal paletto ma si becca un low blow. Appena si riprende gli appioppa una DDT. Ma adesso arrivano i compari di Matt, i che più che un Rebel Souls fanno un “Rebelot” (parola milanese che significa “un gran casino”). Matt Approfitta del casino per rifilargli una cutter e una serie di pugni in testa che l’arbitro Cesana gli proibisce. Mentre i Rebels distraggono l’arbitro, Matt tira all’avversario un brutto colpo in testa con la cintura, lo butta giù con una cutter e lo schiena. La cintura è sempre sua, anche se conservata con l’inganno.
E con questo ha termine il primo stage! Pausa doverosa, e alle 20.30 si ricomincia col secondo!
Per il momento ciao a tutti. Stay tuned!
Erika Corvo