Nella foto, in alto: le antiche scritture indiane, i Veda
Lo yoga è uno delle sei strutture ortodosse della filosofia indiana. Tutte queste strutture hanno le loro radici nei “Veda” (testi sacri indiani, ndr.). E, nonostante l‘iter sia differente l’uno dall’altro, il traguardo è per tutti identico: giungere al ottenimento della “totalità dell’individuo”. Alla comunione dell’uomo con la natura e con tutto quanto lo contorna. Il termine “yoga” corrisponde proprio ad “unire, congiungere, dirigere, e concentrare, usare e applicare”. Esprimendo, ugualmente, “unione” della nostra volontà con quella di Dio. Vuol dire, di nuovo, equilibrio dell’anima che rende valentii di guardare alla vita con obiettività in tutte le sue fogge. Lo yoga è un sistema valido per lo studio? Certamente. Molto. Il corpo trae svariati giovamenti attraverso le posizioni (Asanas). La respirazione dal Pranayama (tecniche respiratorie). Ciò, consente di far circolare l’energia vitale attraverso il respiro. La mente e l’intelletto, altresì, hanno la meglio attraverso la concentrazione e la meditazione. L’ausilio di queste tecniche concretizza un processo che porta non solo ad imparare ad esaminarci, conoscerci nel profondo, ma ci fa intendere che all’interno di noi c’è un “tutto” di cui bisogna prendere coscienza. Lo yoga parte da precetti consolidati come la non violenza, la non appropriazione, la sincerità, l’essere casti, in poche parole vedere la divinità in ogni cosa. Compiacersi di quello che si ha, che si possiede. Non patire la perdita, o la mancanza di beni terreni. Queste, ed altre regole, ci spingono verso l’introspezione e la chiarezza mentale. Lo yoga, come un diamante non tagliato, presenta molte sfaccettature. Ognuna delle quali riverbera un dissimile tono di luce, o significato, e riferisce facciate differenti dell’intera gamma dellafatica umana diretta al raggiungimento della pace interiore e della gratificazione.